ACI: il decreto del Governo ed il ricorso al Tar
Notizie - Pubblicato il 27 Febbraio 2025 - 13:47
Le motivazioni con il quale il TAR del Lazio non ha accolto il ricorso dell’ex-Presidente Sticchi Damiani
Mentre in via Marsala, sede dell‘Automobile Club d’Italia, inizia il lavoro del neo-Commissario Straordinario Tullio Del Sette, la difesa dell’ex-Presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani si prepara alla Camera di Consiglio del Tar del Lazio fissata per mercoledì 19 marzo. Angelo Sticchi Damiani è assistito dal nipote l’Avv. Saverio Sticchi Damiani, amministrativista che fra i diversi incarichi anche pubblici è stato due volte vice-capo di Gabinetto dei Ministri dell’Agricoltura De Girolamo e Catania, ed è noto alle cronache sportive quale presidente della squadra di calcio del Lecce.
Il decreto di nomina di Tullio Del Sette assegna all’ex-Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, oggi in quiescenza, compiti di “straordinaria ed ordinaria amministrazione fino all’insediamento del nuovo Presidente dell’ACI e dei nuovi organi collegiali di amministrazione“. Per svolgere questo incarico il Generale Del Sette percepirà il medesimo compenso mensile spettante al Presidente nazionale dell’ACI (poco meno di 20mila euro) interamente a carico dell’Automobile Club d’Italia
ACI: il ricorso al TAR di Sticchi Damiani
Angelo Sticchi Damiani, in proprio e quale Presidente pro tempore dell’Automobile Club d’Italia, ha presentato ricorso contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero per lo sport e i giovani, dello stesso Automobile Club d’Italia e del Generale Tullio Del Sette. Nessuno dei quali si è costituito in giudizio. L’ex-Presidente dell’ACI richiedeva l’annullamento e la sospensione dell’efficacia del decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri con il quale è stato dichiarato decaduto dalla carica di presidente pro-tempore dell’Automobile Club d’Italia.
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Secondo Sticchi Damiani “i provvedimenti impugnati produrranno danni gravissimi, oltre che imminenti ed irreparabili“. Lo stesso sarebbe costretto “forzamente ed illegittimamente abbandonare la carica di Presidente dell’Automobile Club d’Italia – ACI sin quì rivestita, per l’effetto lasciando l’Ente alla (inevitabilmente) incerta, e superficiale attività gestoria di un Commissario il cui unico vero incarico ex legge sarebbe quello di indire elezioni che, a tutti gli effetti, risultano giàa essere state indette secondo tutti i crismi. Il commissariamento . . . non solo non condurrebbe ad ACI un risultato utile a beneficio dell’Ente ma al contrario avrebbe solamente delle conseguenze negative pregiudizievoli” in quanto -continua il ricorso – “esporrebbe l’ACI (e di conseguenza l’intera collettività) al rischio che una gestione inevitabilmente superficiale, condizionata e limitata (quale quella di un Commissario che rimarrebbe in carica pochi mesi) si ripercuota, in maniera disastrosa ed inaccettabile, su tutte le attività che, ad oggi, l’Ing. Sticchi Damiani nella sua veste di Presidente dell’Ente sta portando avanti nel preminente ed esclusivo interesse dell’Ente medesimo”. Inoltre, continua, il ricorso: ”il commissariamento dell’Ente – oltre a non recare alcuna utilità sostanziale, ne perseguimento concreto d’interessi pubblici di sorta – si tradurrebbe in un’ingiustificata ed illegittima compressione del diritto. Acquisito regolarmente a seguito di tornata elettorale vista/a e validata secondo tutti i crismi dell’Ing. Sticchi Damiani a concludere regolarmente ii mandato quadriennale di presidenza, con la conseguenza che la misura cautelare invocata consentirebbe aLtresì di evitare la conferma di una misura ingiustificatamente afflittiva e sproporzionalmente ingiustificata della sfera giuridica dell’odierno ricorrente”
TAR: la decisione del Giudice Polito
Le tesi della difesa non hanno però convinto il Presidente della prima sezione del Tar Lazio Roberto Politi. Giudicando “il complesso delle considerazioni, come sopra riportate, si articoli su un piano di unilaterale prospettazione, non assistita neppure dalla ostensione documentale del decreto gravato, che non risulta, al momenta, versato in atti” ed escludendo sia “che le addotte ragioni di lamentato pregiudizio per l’interesse dell’Ente assumano, allo stato, carattere di documentata irreparabilita, atteso che il danno evocato a carico di Automobile Club d’Italia per effetto del paventato commissariamento non si solleva da un ambito di mera, quanta indimostrata, asserzioni” sia che il pregiudizio dal ricorrente rappresentato, quanta al proprio interesse “a concludere regolarmente ii mandato quadriennale di presidenza” integri – “nelle more della trattazione collegiale della domanda cautelare, per la quale viene fin da ora fissata la Camera di Consiglio del 19 marzo 2025 – carattere di attuale ed immanente irreparabilita”. Politi ha quindi respinto la domanda ex art. 56 c.p.a. ed è stata fissata, ai fini della trattazione collegiale della domanda cautelare, la Camera di Consiglio del 19 marzo.