Coppa D’Oro Siracusa

La Formula1 non oscurò la sua popolarità

Tratto da Sicilia Motori – Anno XI – n. 5 (130) Maggio 1992

Per gentile concessione del­la Emanuele Romeo Editore Siracusa e dell’autore Itala Formosa

(la parte)

Ambrogio, pilota siracusano tra i pochi ad aver preso parte alla Coppa d'Oro

Ambrogio, pilota siracusano tra i pochi ad aver preso parte alla Coppa d’Oro

«Coppa d’Oro Sicilia». Que­sta la denominazione ufficia­le della competizione siracu­sana, nata come prova per saggiare le possibilità di un circuito stradale, ma sul qua­le, poi ben presto tecnici ed organizzatori, ebbero la lie­ta sorpresa di poter svolge­re delle vere e proprie ga­re di velocità.

La Coppa Oro, come sarà poi definiti­vamente chiamata per amo­re di brevità e concisione, fu da molti considerata la sorel­lina minore del Gran Premio di Formula 1, che dall’anno successivo avrebbe, inevita­bilmente relegato in secon­do piano la Coppa Oro.

Il battesimo ufficiale del trac­ciato di 6.460 metri avvenne il 30 aprile 1950, e nei due giorni precedenti vennero tenute le prove ufficiali che servirono anche da selezio­ne. Infatti sui 36 iscritti, dove­vano essere scelti i venti mi­gliori tempi degli altrettanti piloti che si schiereranno al via della gara.

Vale la pena di citare gli iscritti a questa pri­ma edizione della Coppa Oro, se non altro per testi­moniare, oltre alla loro enor­me passione sportiva, l’al­trettanto enorme fiducia che dimostrarono nell’ organizza­zione e nella validità di una gara appena nata, su un cir­cuito appena nato.

Il 26 apri­le 1960 vennero sorteggiati ed assegnati i numeri di ga­ra ai 36 iscritti. Ecco i nume­ri di gara e gli iscritti:

  1. 2 – Pla­cido (Stanguellini 1500);
  2. 4 – Ascari (Ferrari 2000);
  3. 6 – Giamporcaro (Siata 1100);
  4. 8 – Patané (Stanguellini 1100);
  5. 10 – Zagone (Fiat 1100);
  6. 12- Iemma (ND 1100);
  7. 14 – «Lady Crispenuss» (Siata 1100);
  8. 16 – Musmeci (Maserati 2000);
  9. 18 – Schermi (Stanguellini 1100);
  10. 20 – Castro (Alfa Romeo 2000);
  11. 22 – Tornatore (Fiat 1100);
  12. 24 – Biondetti (Masera­ti 2000);
  13. 26 – Bellucci (Lancia sperimentale);
  14. 28 – X (Xl 100); 30 – De Filippis (Maserati) 2000);
  15. 32 – Musso (Ferrari 2000)
  16. 34 – «Mister Crispenuss» (Stanguellini 1100);
  17. 36 – La Motta (Ferrari 2000);
  18. 38 – Pu­ma (SV A); 40 – X (X 2000);
  19. 42 – Grimaldi (Abarth 1600);
  20. 44 – Bracco (Ferrari 2000);
  21. 46 – Bernabei (Ferrari 2000);
  22. 48 – Pottino (Ferrari 2000);
  23. 40 – Cammarata (Cisitalia 1100);
  24. 62 – Bordonaro (Ferrari 2000);
  25. 64 – X (X 2000);
  26. 66 – Sa­lonia (Cisitalia);
  27. 68 – Cortese (Frazer Nash 2000);
  28. 60 – Di Stefano (Fiat 1100);
  29. 62 – Sorrentino (Ferrari 2000);
  30. 64 – Motta (Fiat 1100);
  31. 66 – X (X 1100);
  32. 68 – Cherubini (Ferra­ri 2000);
  33. 70 – Garofalo (Fiat 1100).

Dopo due giorni di prove, del tracciato e delle vetture, in un clima di vero entusiasmo tale da dover es­sere frenato a stento tra gli spettatori, alle 15 del 30 apri­le 1990, la bandiera naziona­le del direttore di gara si ab­bassa. In prima fila per i mi­gliori tempi ottenuti in prova partono La Motta, Musmeci e De Filippis, poi Cherubini e Bordonaro in seconda fila, in terza Pottino, Placido e Garofalo, in quarta Salonia e Iemma, in quinta Patané, Ca­stro e Ferlito (quest’ultimo tra gli iscritti era indicato con una X). In sesta fila Motta e Crispenus, in settima e ulti­ma fila Tornatore e Camma­rata. Il miglior tempo nelle prove lo aveva fatto registra­re La Motta in 2’42″e 4/5, se­guito da Musmeci con 2’44” e staccata di due quinti una cara conoscenza (divenuta tale successivamente) degli appassionati siracusani: Ma­ria Teresa De Filippis su Ma­serati 2000 che non ebbe molta fortuna durante la ga­ra. Il percorso fu ripetuto per 66 volte per complessi­vi 299 chilometri e l’acese Musmeci su Maserati 2000 tagliò per primo il traguardo dopo 2 ore 26′ e 66″ alla me­dia di 122,402. Dopo Musme­ci arrivarono nell’ordine Cherubini a 2 giri e via via La Motta, Pottino, Cammara­ta, Garofalo, Patanè, Bracco, Tornatore, Giamporcaro, quest’ultimo distanziato di ben 16 giri. Il giro più veloce fu del vincitore Musmeci, che al penultimo giro, forse consapevole di avere ormai la vittoria assicurata, forzò la sua Maserati 2000, dopo un’estenuante gara, e rag­giunse il tempo record di 2’30” alla media di 130’800 km/h. Il successo della ma­nifestazione e l’appassionan­te condotta di gara dei piloti fecero passare in secondo ordine la delusione per il forfait che diedero i tanto at­tesi Ascari, Biondetti e Brac­co. Il successo della prima edizione della Coppa Oro, varca i confini dell’isola e negli ambienti motoristici ita­liani si incomincia a guarda­re con maggiore attenzione al neonato circuito siracusano. Anche perché viene or­ganizzato il 1° Gran Premio di Siracusa. In questa edizio­ne vengono distinte le due classi delle 1100 e delle 2000.

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Si hanno così due ca­tegorie di concorrenti che si considerano in due prove separate la Coppa Oro che andrà, naturalmente, a chi avrà fatto registrare il miglior tempo. Già nelle prove uffi­ciali si delinea il duello tra i favoriti Sighinolfi e Stagnoli che demoliscono tutti i tem­pi registrati nell’ edizione precedente. Nella classe fi­no a 1100 Sighinolfi fa regi­strare il miglior tempo con 2’32” l alla media di km/h 127,726, mentre a oltre 7″ ar­riva Fagioli su Osca. Nella 2000, come previsto, è Sta­gnoli che dovrebbe dettare legge, ma trova, almeno in prova, due avversari poco arrendevoli: Carini con la sua Osca, e il conte Marzotto su Ferrari. Addirittura Ca­rini fa registrare lo stesso tempo di Stagnoli, mentre Marzotto si piazza a 2″ di di­stacco, al terzo posto. Ma i tre partono sulla stessa linea. Sono 25 i giri da effettuare per ogni classe per complessivi 135 chilometri. La prima prova è riservata alla cilin­drata inferiore che prende il via (starter d’eccezione Gigi Villoresi) alle 14,30 di saba­to l0 marzo 1951. Una gara senza storia quella vinta da Sighinolfi che si piazza al pri­mo posto, distanziando di ben 28″ l’esperto Fagioli. Se­guono poi in ordine sparso e con enormi distacchi, Lietti, Rossi, Vando, Lorenzetti, Vi­nieri, Minghini, Lo Monaco, Cherubini, quasi tutti dop­piati di uno o due giri. Se la gara delle 1100 è stato un monologo di Sighinolfi, la 2000 sarà di una emozionan­te incertezza, Stagnoli, Cari­ni, Bianchetti, Marzotto, partono come razzi al «via» dato dal campione del mon­do Farina. Passeranno in questo ordine sulla linea del traguardo nei primi tre giri, con un distacco che va da l0 a 20 metri. Ad un certo pun­to è Carini che intraprende un’azione di forza girando in 2’29”, seguito da Marzotto e Bianchetti, mentre stagnoli viene distanziato stranamen­te di un centinaio di metri. Al nono giro inizia la riscossa di Stagnoli che continuerà inarrestabile fino alla vittoriosa conclusione. Prima al nono giro stabilisce il nuovo re­cord sul giro in 2’28”, poi lo demolisce ancora al ventu­nesimo giro, abbassando a 2’25″3 alla media di 133’515 km/h che sarà anche il giro più veloce. Alla fine Stagno­li vince con il tempo di l ora 02’40” l alla media di 129,241. Seguono nell’ordine Paolo Marzotto a 6″, Bian­chetti ad oltre un minuto. La Ferrari fa l’en plein, piazzan­do tra gli arrivati anche Cornacchia e Bordonaro. Cin­que Ferrari su l0 arrivati. Buona la prova dell’acese Musumeci, vincitore della prima edizione, che con la sua Maserati si piazzerà set­timo ad un giro. Il giorno do­po la festa continua con la prima edizione del Gran Premio e la partecipazione di nomi mitici dell’automobi­lismo italiano: Villoresi (che vinse la prima edizione), Ascari, Farina. Gli organiz­zatori decidono di tornare al­la formula della gara unica per le classi fino a 1100 e 2000 e oltre.

Cerimonia di apertura

Cerimonia di apertura

Anche perché molti piloti, come il vincitore Castellotti, si presentano con cilindrate che vanno dai 2340 c.c. di Bianchetti, ai 2800 di Carini e Castellotti appunto. Ancora un duello si annuncia, quello tra Castel­lotti e Sighinolfi passato dal­la 1100 alla 2000 per questa terza edizione della Coppa Oro. Un duello che già al ter­mine delle prove fa registra­re il tempo di 2’24” per Castellotti e quello di Sighi­nolfi superiore appena di 4/5, alla media di 135 km/h per Castellotti, e di 134,254 per Sighinolfi. In gara sarà ancora più aspra, ma leale battaglia tra i due, con un quartetto formato da Paolo Marzotto, Bordoni, Romano, e Comotti, tutti entro un tem­po di l’ e qualche decimo, dal capofila della categoria corsa Castellotti. La Gara è un’altra cosa. Innanzitutto le previsioni dicono di una cor­sa tutta velocità ed emozio­ni, il che vuol dire successo assicurato e grande spettacolo da godere da parte del­la folla. Infatti in gara i primi diciannove giri sono densi di colpi di scena, di record che crollano di continuo, di sor­passi che lasciano col fiato sospeso, un duello tra Ca­stellotti e Sighinolfi che emo­ziona e avvince. Fino al di­ciannovesimo giro, appunto, quando Sighinolfi deve ritirarsi per la rottura della cop­pa dell’olio. Da quel momen­to la corsa diventa un mono­logo di Castellotti, poiché gli altri non sono in grado di contenere lo strapotere del­la Ferrari 2800 del lodigiano, che pochi giorni prima ave­va vinto anche il Giro di Si­cilia, lasciandosi dietro piloti ben più quotati di lui. Degli avversari delle prove non era partito Marzotto, per un guasto alla sua macchina in prova. Ed il ventenne ram­pollo della casata di Valda­gno era rimasto ai box, attor­niato da due stupende fan­ciulle. Che sia stato Paolo Marzotto a dar vita alle im­mancabili, tuttora, presenze femminili ai box dei piloti? Ma torniamo alla corsa che perde, dopo appena il primo giro per un incidente, Roma­no, Comotti, Lorenzetti e Pin­zero. In curva Romano, sbandando, capottava. Per evitare l’incidente, Lorenzet­ti e Pinzero andavano a fini­re contro un muro, mentre per Comotti si trattò solo del­la rottura della frizione. Per Romano, dopo lo spettacola­re incidente, solo una lussa­zione ad una spalla. Prima che Sighinolfi si fermasse ai Box, Castellotti, al sedicesi­mo giro, fa registrare il tem­po record di 2’21” alla me­dia di km. 137,872. In testa si forma una processione che vede nell’ordine Castellotti, poi Bianchetti a 4′, più attar­dati Carini (tutti su Ferrari) e Bordoni con una Osca 1100, che è quindi il primo della categoria inferiore. Finisce che Castellotti si impone per distacco, come si direbbe in gergo ciclistico, in lh.37’32″3 alla media di 132,863.

Un momento della gara, con Formula Junior in azione

Un momento della gara, con Formula Junior in azione

La Coppa Oro vie­ne spostata nel calendario della FIA, in ottobre. Forse per non pestare troppo i pie­di al Gran Premio di Siracusa che fino all’edizione pre­cedente si è disputato il gior­no appresso alla Coppa Oro. Dalla primavera in autunno, perché in estate, in Sicilia l’unica attività sportiva con­sentita da madre natura è quella … in acqua, per sfug­gire al solleone! In ottobre però si corre pure un’altra classicissima, la Carrera messicana che alletta per tanti motivi, non ultimo quel­lo economico, parecchi nomi di primo piano. Si riesce co­munque a mettere assieme un lotto di concorrenti di tut­to rispetto. Viene anche mo­dificata la formula della cor­sa che prevede la disputa di due batterie. Una per la ca­tegoria fino a 2000 c.c. e una per quella oltre 2000, e una finale cui prenderanno par­te le prime sette arrivate di ogni categoria. Questo con­fronto tra le due categorie rappresenta un valido moti­vo di interesse per una corsa che è entrata da signo­ra nel calendario internazio­nale ed è stata riconosciuta valevole per il campionato italiano. I nomi non mancano di attirare l’attenzione degli spettatori. Castellotti, Sta­gnoli, Scotti, Bordoni, Pal­mieri, De Oliveira, Chico Landi, Casella, Musso e tanti altri. Castellotti vuol fare il bis e si presenta a Siracusa con una Ferrari 3000 dodici cilindri. Gli risponde Stagno­li con una Ferrari 3 litri quat­tro cilindri, una vettura derivata dalla 2565 sperimentale. La gara si annuncia per i due, oltre che come conferma per due vincitori di Coppa, anche per il col­laudo di due vetture diver­se. Nella categoria oltre 2000 ci sarà lo scontro Castellotti-Stagnoli su Ferra­ri, così come su Ferrari sa­ranno gli altri, ad eccezione dell’agguerrito Franco Bor­doni su Gordini 2300. Scon­tro Maserati e ancora Ferra­ri nella categoria inferiore con un’altra Gordini, quella di Casella a cercare di inse­rirsi nella lotta per un piaz­zamento onorevole. Il fatto che siano venute a mancare due marche come Lancia e Alfa Romeo in quella compe­tizione, non tocca più di tan­to gli «aficionados» siciliani che corrono da ogni angolo dell’isola per vedere solo una bandiera su tutte; quel­la della Ferrari. E poi la Ma­serati sarà pur sempre un nome di prestigio in cam­po automobilistico! L’amore «a prima vista» tra Siracusa e Ferrari, continua nel tempo. Ed è una Ferrari che si im­pone ancora una volta. Non è quella di Castellotti, né quella di Stagnoli. Spunta fuori l’imprevisto del porto­ghese Casimiro De Oliveira su Ferrari 3000 che nella fi­nale di 18 giri, pari a 99 chi­lometri fa registrare il tempo di 41′ 17″ 3 alla media non esaltante di 143,848. Segue Franco Bordoni su Gordini 2300 in 41 ’25″3. Poi Musso su Maserati 2000 in 41′ 47″ l (pri­mo della classe 2000), Gilet­ti (Maserati 2000) in 42’20”, Piotti (Ferrari 3000) fermato al diciassettesimo giro, Lui­gi Bordoni (Ferrari 2500) an­che egli fermato al diciasset­tesimo giro. Felice Ciancio (Maserati 2000) al sedicesi­mo giro, Serano (Ferrari 2000) al sedicesimo giro e Cacciani (Ferrari 2000) al se­dicesimo giro anch’egli. La corsa aveva visto qualche difficoltà, non ultima quella dello sciopero dei giornali, e ciò fu ritenuto un mancato «battage» pubblicitario dell’ultima ora. Al via Castellotti parte alla sua solita maniera, ma questa irruenza gli costa la gara, perché spacca il ponte posteriore. Stagno li crede di aver via libera e cerca di mettere una buona distanza tra la sua macchina e quella di De Oliveira. All’ottavo giro «salta» una val­vola del motore di Stagnoli e la prevista contesa a quattro Castellotti – Stagnoli – De Oli­veira – Bordoni, si risolve in un monologo del porto­ghese, poiché Bordoni con la sua Gordini 2300 riesce solo a far suo il secondo posto.

Fine la parte (continua)

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