Maria Grazia Cucinotta: bella, famosa e… senza patente
Le Interviste di Tripisciano - Pubblicato il 15 Dicembre 2020 - 13:11
Cucinotta: la “telefonata” di Sicilia Motori
Sicilia Motori, dal numero di maggio del 1998
di Luigi Tripisciano
Una donna solare, mediterranea, che ispira simpatia. Così è stata definita Maria Grazia Cucinotta, trentenne attrice messinese da anni sulla cresta dell’onda. L’assessore regionale al turismo, Nino Strano, l’ha voluta protagonista di un documentario sulla Sicilia, il quale è andato in giro per il mondo con la firma prestigiosa di Michelangelo Antonino e le musiche di Lucio Dalla.
Altro amico della Sicilia, artista sanguigno, verace, che ama trascorrere le vacanze sull’Etna, in una sua villa di Milo. Un trio che esalta la “bellezza” della Sicilia, scelto da un ex uomo dello spettacolo, quale è stato in gioventù Nino Strano.
In funzione dell’impatto sul grande pubblico internazionale. La musica di Dalla piace, Antonioni è una “griffe” che rappresenta la qualità in tutto il mondo, talché ha firmato i brevissimi spot televisivi andati in onda in televisione. Il documentario è stato presentato a Cannes e poi a Venezia, nella sezione dedicata al vecchio maestro che ha diretto “L’Eclisse”, “L’Avventura”, “Zabrinski Point” e, infine, la Cucinotta. Oggi è una delle attrici siciliane più conosciute, ma rappresenta al meglio la “donna italiana”, con tutti i suoi attributi.
Come lo è stata per decenni Sofia Loren. In America, per intenderci, le chiedono l’autografo per strada. Quando non lavora si rifugia a Los Angeles per studiare recitazione e, soprattutto, la lingua inglese. Da Camaro alla California, dalle magistrali agli insegnati privati americani, da aspirante modella, troppo formosa, però, per avere successo in questo settore, ad attrice apprezzata e ricercata. E Maria Grazia, che è artista completa, essenzialmente drammatica, ma anche brillante, come ha dimostrato nei film “La Ballata dell’Usignolo”. In quanto perfezionista, nel lavoro come nella vita, ha tutte le qualità per diventare una star internazionale. Sposata con l’imprenditore romano Giulio Violati, non pensa, ad esempio, a un figlio, perché vuole essere una vera mamma, occuparsi personalmente di lui come fanno in poche. Curarlo e tirarlo su nel migliore dei modi (l’intervista è del 1998, oggi Maria Grazia Cucinotta è mamma di una bellissima figlia dal nome Giulia.ndr). Per diventare madre dovrà quindi concedersi una pausa.
E il momento non è ancora arrivato. Deve giustamente sfruttare la fama datale da “Il Postino” con Massimo Troisi, dopo l’esordio nel 1991 con “Vacanze di Natale“. Diversi anni di attività, già un buon numero di film all’attivo, frequenti viaggi “quasi tutti in auto – chiarisce – perché non mi piace volare. E in macchina vado anche all’estero, quando i viaggi non sono proprio lunghissimi, perché trovo che viaggiare con auto comode sia anche distensivo. Per i viaggi apprezzo anche auto potenti e veloci, ma soprattutto sicure. In città è invece necessaria una vettura più piccola. In ogni caso non ho grossi problemi perché alla fine c’è sempre qualcuno che mi porta in giro, visto che ancora non ho la patente”. Una Violati che non ha la patente sembra un non senso. Maria Grazia capisce subito l’allusione e spiega: “mio marito è solo parente dei Violati che gareggiano e che possiedono quelle splendide Ferrari. Giulio guida un Audi. Per quanto mi riguarda so in effetti guidare – prosegue – ma non mi si è presentata la necessità di essere autonoma.
E’ possibile, comunque, che la patente la consegua in America, dove è anche più facile. Forse perché sulle strade c’è più rigore e gli automobilisti sono costretti ad essere più disciplinati. Creando, di conseguenza, meno pericoli. In famiglia, quindi, l’unico a restare senza patente sarà mio padre. Ha sempre preferito appoggiarsi a mia mamma. Guidano pure mio fratello e le due sorelle”. Mi sembra di capire che Lei ha un buon rapporto con le macchine, ma anche un pò distaccato. E’ tranquilla anche nel bel mezzo del traffico? “Si, la vita è già tanto stressante che mi sforzo di vivere questo mio rapporto con l’automobile senza ulteriore stress. Direi che il traffico non mi innervosisce in maniera particolare. E da pura osservatrice seguo anche il mondo delle corse, soprattutto la Formula 1. Direi che tifo – e questo mi fa enorme piacere – tutto ciò che è italiano. Dalle vetture fino ai piloti”.