Palermo – Monreale
Notizie - Pubblicato il 07 Settembre 2015 - 15:23
Tratto da Sicilia Motori – Anno V – n. 1 (126) Gennaio 1992
FU QUESTA LA PRIMA GARA SICILIANA
Quando si parla di storia dell’automobilismo in Sicilia si parte sempre dalla Targa Florio, in quanto la si ritiene la corsa più antica. Ma non è così. La prima «creatura» di Vincenzo Florio non fu la Targa bensì la «1a Coppa Panormitan», che si disputò sul percorso Palermo – Monreale. Fu una vera prova di velocità in salita. Era la primavera del 1904. Per questa prima esperienza Don Vincenzo – aveva appena vent’anni – creò la «Commissione Challenge», composta dai signori: principe Deliella, principe Furnari, cav. Valcarenghi, cav. Ducrot, cav. D’Angelo. Si stilò anche un regolamento: «1) Sono ammesse tutte le vetture-automobili di qualunque tipo, esclusi gli omnibus, camion e simili; 2) Sulla vettura si possono portare tante persone quanti sono i posti installati nella carrozzeria; 3) L’iscrizione è fissata in lire 100; 4) Le iscrizioni sono ammesse anche per telegramma e vanno indirizzate alla “Commissione Challenge” di via Mariano Stabile presso lo Sport Club». I partecipanti alla Palermo – Monreale furono veramente tanti considerando i tempi. C’era tanto entusiasmo per quella corsa. Sin da mezzogiorno lungo il corso Calatafimi il pubblico affollò i marciapiedi e i balconi delle villette. Alla Rocca molta gente nell’attesa del passaggio delle vetture consumava uno spuntino. Ai lati della strada che portava a Monreale figure di contadini erano una nota pittoresca in un paesaggio di per sé incantevole. Il Monte Fiascone si presentava variopinto ed emanava un dolce profumo. A Monreale l’attesa dell’arrivo degli sportsmen era fremente. Numerosi i turisti, che per l’occasione furono alloggiati – ospiti dei Florio – nel bellissimo albergo di Villa Igiea, Alle 12,30 i posti nelle tribunette di legno sistemate nel corso Calatafimi – lire 20 a testa – erano esauriti. Alle 14,15 il principe Deliella diede il segnale di partenza alla prima vettura, una Fiat 24 HP, con alla guida il conte Majorca. Un fragoroso applauso accompagnò il gentiluomo, vestito di bianco da capo a piedi, l’inconveniente della polvere – nemica principale dei piloti – era stato in parte eliminato grazie all’invenzione del Fix, un preparato liquido che si applicava per innaffiamento dopo averlo emulsionato nell’acqua semplice. L’azione del Fix era eccellente e fu apprezzata soprattutto dalle signore, elegantemente vestite. Subito dopo, alle 14,20, fu la volta del marchese Scaletta su Florentia 9 HP. Seguirono, nell’ordine: Losa su Renault 14 HP; Ravetto su Mercedes 60 HP; Binetti su Audax 6 HP; Vincenzo Florio su Mercedes 120 HP; Pisani su Florentia 9 HP; Cortese su Mercedes 90 HP; Ribolla su Berlier 22 HP; Rigal su Itala 90 HP; Nebiolo su Isotta Fraschini 16 HP; Paolo Tasca su Itala 24 HP; Melia su De Dion Bouton 8 HP; Cammarata su Itala 24 HP. Alla Rocca il più applaudito fu Vincenzo Florio che, nonostante la pesante Mercedes dal lungo chassis, riusciva a tenere testa alle più leggere vetturette.
A Monreale la postazione ideale era quella del belvedere dell’Albergo Savoia. Da li gli spettatori vedevano apparire all’orizzonte un piccolo punto nero, che rapidamente si faceva sempre più grosso, più distinto, e dopo qualche minuto passava dinanzi, a loro, sibilando come una saetta, ad una velocità, per i tempi vertiginosa. Un’emozione ancora più forte provavano gli spettatori lungo le curve, fortemente inghiaiate, dove le vetture spesso sbandavano dando la sensazione di andare fuori strada. Ma delle quattordici vetture partite soltanto due andarono fuori strada, quelle di Pidani e di Ribolla, fortunatamente senza conseguenze per i piloti e gli altri occupanti. Risulta inoltre che si ritirarono il barone Cammarata per noie meccaniche, Melia per perdita di benzina e Nebiolo per rottura dello chassis. Dunque furono in nove a concludere la gara. Ma ecco la classifica dei primi cinque arrivati, ovvero di coloro che furono premiati: l) Majorca, su Florentia, al quale andarono lire 1200 e la «Coppa Panormitan»: 2) Scaletta, su Florentia, che intascò la somma di lire 700 e ricevette la medaglia d’argento; 3) Florio, su Mercedes, lire 500 (devoluti in beneficienza) e medaglia d’argento piccola; 4) Binetti, su Audax, lire 300 e medaglia di bronzo coniata da Ugo; 5) Baldoni, su Fiat, lire 100 e medaglia di bronzo coniata da Ugo. La prima corsa siciliana si concluse cosi tra l’entusiasmo della folla, nel pomeriggio inoltrato, quando il trombettiere dei Carabinieri Reali, con elmetto sul capo, suonò sulla piazza D’Acquisto la «ritirata» per tutti. Fu un successo destinato però a passare nel dimenticatoio: il mito della Targa Florio avrebbe offuscato la prima creatura dello stesso Vincenzo Florio.
Vincenzo Prestigiacomo