PERGUSA Premio Pergusa, quando si correva sulla “Cravatta”
Corse di Ieri - Pubblicato il 16 Luglio 2020 - 16:40
Tratto da Sicilia Motori – Anno IX n. 6 (109) Giugno 1990
di Luigi Barbarino – Riproduzione riservata
Erano i primi anni ’50 ed Enna era una cittadina operosa dove tutti si davano da fare per rimediare ai danni della grande guerra e rimanere al passo coi tempi. L’automobilismo, allora, era uno sport d’elite, quindi non vi era migliore occasione di organizzare una gara automobilistica per dimostrare che anche Enna era viva. Così grazie all’impegno dell’Automobile Club di Enna e del Comune nacque, nel 1949, il «Premio Pergusa», intitolato all’omonimo lago sulle rive del quale qualche anno piu tardi, sarebbe sorto l’autodromo.
Il Premio Pergusa
Il «Premio Pergusa» si disputava su un circuito di quattordici chilometri, con partenza in piazza S. Francesco ad Enna. Si scendeva poi lungo la via Pergusa al bivio di S. Anna, dove ci si immetteva nella S.S. 1 i7 bis in direzione Leonforte, fino al bivio Misericordia. Quindi si ritornava verso Enna lungo la S.S. 121 lino al bivio Kamuth, dove ci si dirigeva verso la «panoramica», poi via S. Agata e infine piazza S. Francesco.
Il circuito, da ripetere venti volte, era molto impegnativo, tanto che i concorrenti giungevano stremati all’arrivo, ed era anche facile da seguire per il pubblico, che affacciandosi dal belvedere Marconi o dal Castello di Lombardia poteva vedere quasi interamente la gara. Fin dalla prima edizione il successo di pubblico fu enorme, ed in tanti accorrevano dai paesi limitrofi ad assistere alla «cravatta» ennese, cosi chiamata per lo strano disegno del tracciato. Per meglio farvi capire che atmosfera aleggiasse alla mattina della gara abbiamo estrapolato dal commento del compianto Luigi Restivo su «La Sicilia» del lunedì del 30 agosto ’54 queste righe.
<<Parlare del movimento di gente e di macchine, nell ‘accorrere quasi frenetico di ognuno alla ricerca del posto strategico dei concitati ultimi ordini, del rumore dei diffusori, dei rapidi e laboriosi movimenti del complesso organizzativo, è come accennare al preludio di una sinfonia avente per tema fondamentale il rombo dei motori, lanciati sui tornanti, una sinfonia che si snoda progressivamente sul rigo dell’asfalto della “cravatta” ennese».
La prima competizione
La prima edizione della competizione si disputò nell’agosto del 1949, sulla distanza di dieci giri, che sembrava ottimale, data la difficoltà del percorso, mentre i concorrenti della classe 750 dovevano percorrere solamente cinque giri. Si imposero il messinese Franco Donato fra le 750, e l’accese Nicola Musumeci su Maserati nella graduatoria assoluta, e la la vittoria non fu mai messa in discussione, tanto grande era il divario tra loro e gli altri concorrenti. L’unico che avrebbe potuto impensierire Musumeci era il barone Antonio Pucci che però disponeva di una Cisitalia 1100 poco potente. Dal 1950 si optò per i venti giri, cosi era già un successo finire la corsa, come testimoniano i nove ritiri su diciannove partenti della seconda edizione riservata a vetture della classe 1100.
Il 20 agosto del ’50 si impose il barone Luigi Valenzano su Abarth, che staccò di olte tre minuti Cammarata su Cisitalia. Nel ’51 la vittoria andò a Franco Cortese, che alla guida della stupenda Frazer Nash vinse con piu di un quarto d’ora di vantaggio su Nino Di Salvo, su Fiat Volpini. Ed ecco che, a partire dalla quarta edizione dell’agosto del 1952, il «Premio Pergusa» diventa gara ambia dalle grandi case automobilistiche, che approfittando della disputa del «G.P. di Siracusa» a pochi giorni di distanza mandano alla «cravatta» vetture semi-ufficiali e grazie alla vittoria di Luigi Bordonaro del ’52 la Ferrari entra nell’albo d’oro della manifestazione.
In verità sia il secondo arrivato, Nicola Musumeci, che il terzo, Giusepe Rossi, avevano tentato di mettere il bastone fra le ruote della velocissima rossa vettura di Bordonaro, che impressionato dal calore del pubblico e dalla festosa atmosfera, fece della corsa ennese un punto fisso dei suoi programmi sportivi.
La quinta edizione della “Pirato Enna”
Infatti nella quinta edizione è ancora lui l’uomo da battere, ma da Milano arriva un distinto quarantenne, destinato a diventare uno dei beniamini del pubblico ennese, Franco Bordoni, che a bordo di una Gordini 2300 Sport si aggiudica la corsa scendendo sotto le tre ore di gara, e relegando Bordonaro al secondo posto a un minuto, mentre terzo è ancora una volta Giuseppe Rossi. Nella sua galoppata trionfale Bordoni stabilisce, con 8’03” a quasi cento all’ora di media, il giro più veloce della corsa che nessuno, negli anni a venire saprà migliorare.
Nel 1954 la musica non cambia e Bordoni, passato frattanto ad una Gorghini 3000, si riconferma vincitore abbassando ulteriormente il record sulla distanza che già gli apparteneva, ma stavolta deve sudare le proverbiali sette camicie per aver ragione di Luigi Bellucci su Maserati 2000, staccato di mezzo minuto, e di Clemente Biondetti su Ferrari, autore del giro più veloce e ritiratosi dopo essere stato al comando.
La partecipazione di Maria Teresa de Filippis
Il sardo, pilota del Cavallino Rampante, era sceso in Sicilia con i favori del pronostico, ma a causa di un inconveniente meccanico non riuscì a concludere la gara alla quale non poté partecipare l’anno successivo, poiché un male incurabile lo stroncò. Ma l’edizione del ’54 rimase memorabile anche per la presenza di una donna, la napoletana Maria Teresa De Filippis, beniamini del pubblico ennese, Franco Bordoni, che a bordo di una Gordini 2300 Sport si aggiudica la corsa scendendo sotto le tre ore di gara, e relegando Bordonaro al secondo posto a un minuto, mentre terzo è ancora una volta Giuseppe Rossi. Nella sua galoppata trionfale Bordoni stabilisce, con 8’03” a quasi cento all’ora di media, il giro più veloce della corsa che nessuno, negli anni a venire saprà migliorare.
Nel 1954 la musica non cambia e Bordoni, passato frattanto ad una Gorghini 3000, si riconferma vincitore abbassando ulteriormente il record sulla distanza che già gli apparteneva, ma stavolta deve sudare le proverbiali sette camicie per aver ragione di Luigi Bellucci su Maserati 2000, staccato di mezzo minuto, e di Clemente Biondetti su Ferrari, autore del giro più veloce e ritiratosi dopo essere stato al comando.
La settima e ultima edizione
Ed eccoci alla settima ed ultima edizione, dell’agosto 1955. La Maserati partecipa con tre vetture, affidate a Bellucci, Bordoni e alla De Filippis, che nelle prove fanno registrare i migliori tempi infliggendo distacchi abissali agli avversari. E i tre si giocano la vittoria in una splendida gara che vede al comando dapprima Bellucci, e poi, una volta ritiratosi il bresciano, Bordoni e la De Filippis alternati. Ed è il primo che la spunta sul traguardo per appena venticinque secondi, mentre al terzo posto troviamo ancora Giuseppe Rossi.
Dicevamo settima ed ultima edizione, ma in realtà dal 1958, con l’apertura del circuito automobilistico il «G.P. Pergusa» si disputa sulla omonima pista ed è ormai giunto alla 34a edizione, ma le prime sette conservano una loro storia particolare, il cui fascino è legato all’automobilismo di altri tempi, di cui, ormai, non rimane piu nulla.