Catania – Tre Castagni, l’unica edizione nel 1923
Corse di Ieri - Pubblicato il 08 Luglio 2020 - 16:26
Il principale scopo dell’Automobile Club di Sicilia non fu solo quello di organizzare manifestazioni sportive locali, ristrette al modesto ambito della città di Palermo, ma anche di sviluppare lo sport motoristico in piti orizzonti. In virtti di questa linea, il 23 maggio 1923 il sodalizio isolano diede vita alla corsa automobilistica in salita «Catania Tre Castagni» di 17 chilometri e dal percorso veloce. Quantunque indetta per i soli soci dell’Automobile Club di Sicilia, la corsa presentò un consistente numero di concorrenti, tutti agguerriti e decisi a vincere.
L’organizzazione della gara fu affidata al barone Enrico Grimaldi di Niscima, che si avvalse della competenza pitiche collaudata dei palermitani conte Lucio Tasca, e principe di Petrulla. Il giorno che precedette la corsa il barone Grimaldi di Niscima offrì a tutti i partecipanti un rinfresco nei saloni affrescati dell’Hotel Bristol. Fra gli invitati c’erano: Vincenzo Florio, presidente dell’Automobile Club, il principe di Petrulla, Lucio Tasca, il barone Ciuppa, il barone di Tornaco, il conte Testasecca. Il padrone di casa, barone di Niscima, diede le ultime disposizioni ai concorrenti e nell’alzare il calice pieno di champagne brindò alla vittoria di tutti. Ma eccoci alla competizione.
La partenza da Via Etnea
Via Etnea, luogo di partenza, era stracolma di spettatori. Lo starter ufficiale, principe di Petrulla, chiamò al «via» il trapanese Curatolo. La Ceirano partì rombando, e dietro, incalzante, era già pronta la Diatto del Catanese Manfredi Biscari. Il pubblico per campanilismo raddoppiò gli applausi. E subito dopo fu la volta del Barone palermitano Giulio Pucci di Benisichi su Fiat. Molta curiosità suscitò Anna Maria Nazzaro. La signora, imperturbabile, vestita di azzurro, innestò la prima marcia e partì decisa a dare filo da torcere ai colleghi uomini, ma la folla già si preparava ad applaudire i beniamini locali: Martino Modò su Ceirano e Guglielmo Paternò Castello di Car – caci su Ansaldo. Dietro ai catanesi prendeva il «via» il nisseno Augusto Romualdo Rigoletti su Diatto.
Poco dopo fu la volta del barone Giovanni Sergio di Stridaselli su Fiat, ma, percorsi pochi metri, la vettura si fermò a causa del cattivo funzionamento del motore. Il meccanico provò a farla ripartire ma il motore, una volta acceso, ritornò a fare le bizze spegnendosi. A questo punto il barone Sergio si ritirò dalla corsa. Piuttosto nervoso alla partenza Armando Cirino su Ansaldo. Ebbe un battibecco con un addetto ma venne subito zittito dal principe di Petrulla. Partf lasciando una lunga fumata nera. Paolo Catania, asso acese, si presentò molto concentrato ma sereno con una fiammante Nazzaro. Il pilota si allontanò come un fulmine con la chiara intensione di divorare i 17 chilometri. Seguirono Luigi Lopez su Itala, Giuseppe Zagara su Sigma, Alfredo Giunta su Ansaldo, Michele Bonassisi su Fiat, Nino Sofia su Fiat, Giuseppe Bona di Giardinello su Ansaldo.
Una corsa velocissima
La corsa risultò velocissima. Il primo a farne le spese fu il catanese Manfredi Biscari. La Diatto al 7° km, in contrada San Giorgio, sbandò paurosamente travolgendo alcune balle di paglia e prese fuoco. Fortunatamente uscirono vivi dal rogo sia il pilota che il meccanico. Nel frattempo il barone Giulio Pucci faceva registrare l’ottimo tempo di 12′ 15″. Purtroppo l’unica donna, Anna Maria Magno, doveva ritirarsi a causa della rottura della coppa dell’olio. Intanto a Tre Castagni il catanese Martino Modò su Ceirano si presentava il 12′ 14″.
Per un solo secondo precedeva il barone Pucci. Il nobile palermitano, di origine madonita, era fra i più accreditati alla vittoria per cui Modò cominciava a fregarsi le mani. Male andò al duca Ruggero Paternò Castello di Carcaci. L’Ansaldo del catanese in aperta campagna prese di mira un muretto rimettendoci un cofano e il pilota al 9° km fu costretto a fermarsi del tutto a causa di perdita di benzina. Ma il sorriso del catanese Modò si pense quando arrivò al traguardo il nisseno Rigoletti su Diatto il quale fece registrare il tempo di 12′ 10″.
L’arrivo della Catania – Tre Castagni
Oltre i tredici minuti andarono Lopez, Bonassisi, Giunta, Bona di Giardinello, Di Bella. Fu salutato da un boato della folla l’arrivo del pilota Paolo Catania su Nazzaro. L’acese si arrampicò in soli 12’5″ alla favolosa media di 74 chilometri orari. Fu soffocato dall’abraccio dei tre fratelli, con i quali conduceva l’agenzia per la vendita delle automobili Nazzaro. Fu piti volte lanciato in aria e a stento gli organizzatori riuscirono a portarlo sul podio.
Paolo Catania vinse la bella somma di 15.000 lire, una coppa d’argento gigante e la medaglia d’oro grande dell’Automobile Club di Sicilia. Al secondo classificato, Augusto Rigoletti, andarono 5.000 lire, la coppa d’argento media e la medaglia d’oro piccola. Al terzo, Martino Modò, la magra consolazione della coppa d’argento «Città di Tre Castagni».