Circuito Turistico di Regolarità, senza la velocità era una gara per tutti

Raduno Turistico, una delle gare di Vincenzo Florio

Tratto da Sicilia Motori – Anno VII n. x (121) Luglio 1991

di Vincenzo Prestigiacomo – Riproduzione riservata

L’Automobile Club di Sici­lia – che nel 1921 vantava 390 soci – sotto la presi­denza di Vincenzo Florio mantenne alto il prestigio internazionale con le mani­festazioni della Targa e della Coppa Florio. Ma po­chi erano i soci che poteva­no partecipare a queste gare, che richiedevano una preparazione di guida non indifferente e un mez­zo meccanico veloce e di provata resistenza. Sorse quindi l’idea di una corsa che servisse di confronto fra gli iscritti all’A.C.S. e che nello stesso tempo coinvolgesse le rispettive donne.

Fu indetto cosi nel­l’agosto del ’21 il «l ° Cir­cuito Turistico di Regolari­tà>>. La gara fu divisa in tre tappe da percorrere nei giorni 17, 19 e 21 dello stes­so mese, per un totale di 515 chilometri. La prima tappa comprendeva: Pa­lermo, Montelepre, Partini­co, Alcamo, Castellamma­re del Golfo, Monte S. Giu­liano, Trapani, Partinico, Palermo per un totale di 226 chilometri. La seconda, invece, era caratterizzata da percorso di montagna: Palermo, Termini, Cerda, Caltavuturo, Palizzi, Scilla­to, Collesano, Campofeli­ce, Termini, Palermo (206 chilometri).

La terza tappa: breve ma difficile

La terza tappa era piu breve ma più diffi­cile per i numerosi e seve­ri controlli sparpagliati lun­go il percorso: Palermo, Monreale, Terrasini, Cari­ni, Capaci, Isola delle Fem­mine, Sferracavallo, Tom­maso Natale, Palermo per km 83. La tassa di iscrizio­ne fu fissata in 200 lire e si stabilì la velocità di 30 chi­lomeri all’ora. Alle 14 pre­cise del 17 agosto i tredici partecipanti si presentaro­no alla partenza, che ebbe luogo in via Catania.

Lo starter era il marchese del­la Scaletta. Il primo concor­rente a partire fu Gino Ce­lestre su Lancia. Cinque minuti dopo fu la volta del barone Giovanni Sergio su Isotta Fraschini. Seguirono nell’ordine: Francesco Tri­gona su Fiat; Simone Sirena su Fiat; Luigi Airoldi su Fiat; Girolamo Vannucci su Itala; Giuseppe Bonanno su Fiat; Attilio Bechis su Lancia; Cle­mente Ravetto su Fiat; Luigi Scalia su Scat; Francesco D’Amico su Itala; Giuseppe di Caccamo su Itala; Giusep­pe di Comitini su Lancia. Ai passaggi dei vari paesi i pi­loti ricevettero molti applau­si, le signore al seguito furo­no bersagliate da continui getti di fiori. Ma a Partinico la gara perse uno dei papa­bili alla vittoria finale, il ba­rone Giovanni Sergio. La vettura si fermò all’uscita del paese per la rottura delle catene di trasmissione.

Gara tutta lascia per i dodici concorrenti

Per i dodici concorrenti rimasti in gara tutto andò liscio e con regolarità di marcia crono­metrica. A Monte S. Giulia­no tutti i partecipanti furono invitati a cena dal marchese Attilio Platamone. A mezza­notte in punto i piloti si fece­ro trovare con il loro segui­to davanti all’Albergo Mo­derno e lo starter – marche­se Pensabene – diede il «via» per il ritorno. Dei dodi­ci rimasti in gara soltanto sei arrivarono al traguardo di Palermo.

Risultò primo Giro­lamo Vannucci e con due punti di penalizzazione. Die­tro di lui si classificarono nel- 1′ ordine: Clemente Ravetto, 5 punti; Gino Celestre, 8; Francesco Trigona, 10; Lui­gi Airoldi, 12; Giuseppe di Comitini, 15. Dopo un giorno di riposo la gara riprese ve­nerdi 19 con partenza sem­pre da via Catania. Erano le ore 8. Lo starter di turno – principe di Baucina – chia­mò all’appello anche i sei concorrenti non classificati che furono ammessi con 20 punti di penalizzazione. L’e­norme folla applaudiva ge­nerosamente gli sportsmen e le loro gentili signore.

I tratti tortuosi delle Madonie

Adesso i piloti si apprestava­no ad affrontare i tratti tortuosi delle Madonie nella corm­ce di un paesaggio piuttosto arido. Gli organizzatori pen­sarono di mettere dei con­trolli segreti lungo il percor­so. Una bandierina verde avvertiva i concorrenti del- 1′ avvenuto controllo. A Cer­da, davanti le tribune, il pri­mo a transitare fu il principe Giuseppe di Comitini su Lan­cia, il quale viaggiava alla perfetta media di 30 chilo­metri all’ora.

La stessa me­dia riportava il principe Gm­seppe di Caccamo. Ma que­sti nella discesa che da Campofelice porta a Termi­ni, a causa del terreno sdrucciolevole, si ritrovò di traverso in una estensione di terreno coltivato a carciofi. Prontamente aiutato da alcu­ni contadini riprese la mar­cia verso Palermo. Nel frat­tempo era stato superato dall’amico Clemente Ravetto, il quale, accertatosi del­la non gravità dell’incidente, prosegui la corsa.

raduno turisticoLa sosta di Ravetto

La sosta di tre minuti costò a Ravetto 3 punti di penalizzazione; infat­ti lungo il rettilineo di Bonfor­nello si trovò di fronte un commissario di gara con la bandierina verde alzata, ap­punto uno dei tanti controlli segreti. Ma l’oscar della sfortuna toccò a Giuseppe Bonanno su Fiat: un leggero malessere della moglie pri­ma e due forature dopo lo portarono al traguardo di Palermo con venti minuti di ritardo con un ammontare di 20 punti di penalizzazione.

Ma ecco la classifica della seconda tappa: Comitini, O punti; Ravetto, 2; Trigona, 3; Caccamo, 5; D’Amico, 5; Li­cata, 7; Vannucci, 10; Scalia, 10; Sirena, 12; Bonanno, 20. Fuori gara il cav. Gino Cele­stre, che a causa del carter bucato da un sassolino non raggiunse il traguardo di Pa­lermo. Ma il pensiero di tut­ti i partecipanti era rivolto al­la terza ed ultima tappa. Il wia» fu dato alle ore 17 del 21 agosto. Lo starter era il barone Ciuppa.

La partenza da Via Libertà

I concorren­ti, tutti di buon umore, rispo­sero all’appello. Il viale del­la Libertà era stracolmo di persone disciplinatamente assiepate dietro le transen­ne di legno. Parecchi equi­paggi si presentarono con a bordo quattro persone per avere assegnato un punto a vantaggio nella classifica ge­nerale, cosi’ come da regolamento. Il principe di Cacca­mo, su Itala, piuttosto sfortu­nato nelle due precedenti prove, si riabilitò nella terza tappa.

Il Caccamo superò brillantemente le sette pro­ve di controllo e alla fine si presentò al traguardo di Pa­lermo con O punti di penaliz­zazione. Al secondo posto si piazzò Vannucci con 2; terzo Ravetto, 3; quarto Comitini, 5. Andarono fuori tempo massimo Trigona, D’Amico, Airoldi, Bonanno, Licata e Si­rena, tutti riammessi nella classifica generale con 20 punti di penalizzazione.

Ri­sultò vincitore del « 1 ° Circui­to Turistico di Regolarità» Clemente Ravetto, su Fiat, che vinse la Coppa Grande d’argento. Sul podio salirono anche Vannucci e Trigona, che portarono a casa una medaglia d’oro. Tutti gli al­tri piloti ricevettero una me­daglia di bronzo in ricordo della manifestazione.

La premiazione a Villa Florio e la seconda edizione

La pre­miazione dei vincitori ebbe luogo nella elegante villa di Vincenzo Florio di via Pan­dolfini. Visto il successo del­la prima edizione, gli orga­nizzatori il 3 ottobre dello stesso anno diedero vita al «2° Circuito di Regolarità», che si disputò su due giri in un’unica tappa sul Piccolo Circuito delle Madonie: Cerda, Caltavuturo, Palizzi, Collesano, Campofelice e Cerda, per un totale di 216 chilometri.

Questa volta la tassa era di 300 lire e la vet­tura poteva ospitare un mec­canico. La seconda edizione fu un discorso a-nove, ovve­ro fra i piu agguerriti piloti palermitani: cav. Vincenzo Florio su Itala; principe di Caccamo su Itala; barone Michele Ciuppa su Fiat; con­te Luigi Airoldi su Fiat; prin­cipe di Comitini su Lancia; conte Guido Airoldi su Itala; Clemente Ravetto su Fiat; cav. Gino Celestre su Lan­cia; barone Cuccia su Lan­cia.

Sin dalle prime luci del­l’alba le tribune di Cerda e il noto tratto di strada che le fronteggia si popolarono di appassionati. Oltre ai genti-uomini non mancarono le dame. La splendida giorna­ta favori l’esodo da Palermo, lungo il percorso tanti conta­dini credettero di assistere alla tradizionale «targa», ciò perchè la media era stata stabilita in 55 km all’ora. Al­le 6,30 il marchese della Scaletta· diede il «via» alla vettura del principe di Comi­tini.

Il ritiro del Barone Cuccia

Seguirono il principe di Caccamo e tutti gli altri. Ma a Caltavuturo la gara perse un protagonista, il barone Cuccia (il primo palermitano a possedere una vettura, ndr). Egli dovette rinunciare a proseguire a causa del cat­tivo funzionamento del carburatore. Subito dopo fu la volta di un altro aspirante alla vittoria, il conte Guido Airoldi, bloccato dalla rot­tura di un semiasse. Il pri­mo giro vide Florio in testa con 1.57’58”; 2. Caccamo 2.6′ 18″; 3. Ciuppa 2.13’53”; 4. Luigi Airoldi 2.26’29”; 5. Celestre 2.27’23”; 6. Comi­tini 2.27’30”. Al secondo gi­ro le macchine ancora in gara erano sei; dominate dalla decisa superiorità di quello di don Vincenzo Flo­rio.

La terza edizione del Raduno Turistico

Le posizioni rimasero immutate alla conclusione de! secondo giro. Vincen­zo Florio e tutti i parteci­panti alla manifestazione furono festeggiati nel Grand Hotel di Termini Imerese. La terza edizione, che si svolse nell’agosto del 1922, ritornò alla formu­la delle tre tappe: Palermo, Monte S. Giuliano, Trapani, Palermo; Palermo, Cerda, Scillato, Palermo; Palermo, Monreale, Partinico, Palermo. Gli iscritti furono: Ce­lestre su Lancia; Florio su Itala; Scalia su Scat; Benfra­tello su Aurea; Tagliavia su Fiat; Caccamo su Itala; Ra­vetto su Fiat; Candrilli su Alfa Romeo; Albanese su Spa; Comitini su Lancia; Calabrese su Steyr.

Pove­ra la cronaca. Si sa che de­gli undici partecipanti ne arrivarono soltanto sei con la seguente classifica ge­nerale: 1 ° Florio; 2° Can­drilli; 3° Calabrese; 4° Ra­vetto; 5° Comitini; 6° Ta­gliavia. Poi il «Circuito Tu­ristico di Regolarità» scom­pare dalle cronache. 

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