Montepellegrino Motociclistica: al “Monte” su due ruote
Corse di Ieri - Pubblicato il 24 Marzo 2020 - 11:30
di Vincenzo Prestigiacomo – Riproduzione riservata
C’e il pubblico delle grandi occasioni alla Montepellegrino Motociclistica del 29 aprile 1925. Gli sportivi palermitani sono curiosi di vedere all’opera il campione delle due ruote Primo Moretti, un vero specialista delle corse su strada. Ma la delusione del pubblico è grande, poiché all’ultimo minuto il centauro accusa un malessere e non si presenta al “via”, che viene data dal principe di Petrulla. Dei 24 iscritti oltre a Moretti mancano Rava e Persetti, entrambi piloti della Indian. La manifestazione è organizzata dall’Automobile Club di Sicilia, che ha il suo uomo di punta in Vincenzo Florio, il quale distacca i commissari in tutti i cinque chilometri di percorso.
La giornata e fresca ma non piove, così il pubblico può godersi lo spettacolo dato dai centauri che abbordano le curve stridendo per terra. Ma ecco al “via” il primo concorrente, Mario De Maria su Harley Davidson. Il messinese si arrampica come un fulmine alla ricerca di una vittoria, sfuggitagli qualche giorno prima sulla pista di Bologna. Ma dopo i primi tornanti la sua moto comincia a fare le bizze ed il povero De Maria si ferma del tutto al terzo chilometro.
In tanto al traguardo di partenza Vittorio Maggiore, su Harley Davidson, riceve pacche sulle spalle da alcuni sportivi che sono riusciti a farla in barba al servizio d’ordine. II pilota non sembra per nulla infastidito dal troppo calore dei suoi tifosi e sorride. A questo punto interviene il principe di Petrulla, che con modi garbati e decisi fa allontanare gli estranei dal luogo di partenza. Mancano due minuti al “via” di Maggiore.
II suo motore urla e l’odore di benzina diventa forte. Finalmente la partenza. Dopa di lui e la volta di Nicoletti, su Matchless, il quale a meta percorso si ritrova in testa alla corsa; il pilota palermitano pero commette qualche errore nella seconda parte della gara e quando arriva al traguardo del Santuario si ritrova alle spalle di Domenico Pisicoro, che su Fera 500 ha fatto registrare fino a quel momento il miglior tempo.
Alla conclusione della corsa mancano ancora cinque concorrenti, e fra questi Totino De Simone su Frera. Pisicoro conosce bene la bravura ed il coraggio del compagno di scuderia per cui non è molto tranquillo. Freme e attende nervosamente di conoscere il tempo dell’amico rivale.
Ma prima di De Simone si presenta al traguardo di arrivo l’ingegner Quattrocchi su Guzzi, figura molto nota nell’ambiente, che nella 5° Targa Florio Motociclistica del 1924 ha data filo da torcere a piloti di professione e non si è piazzato fra i primi tre soltanto per un banale incidente.
Un commissario porta il tempo del tenace Quattrocchi e Pisicoro sbianca. II miglior tempo al momento è quello del pilota della Guzzi. II palermitano viene festeggiato dai numerosi amici e portato in trionfo. Ormai al termine della gara manca soltanto Totino De Simone. Tutti adesso sono concentrati sui cronometri per conoscere il tempo del forte pilota della Frera. Ed eccolo arrivare all’ultima curva.
Vestito tutto di nero balza al traguardo come un falco e strappa la prima posizione all’ing. Quattrocchi, il quale sportivamente abbraccia il pilota antagonista di tante battaglie. Intanto e arrivato su una vettura Vincenzo Florio, che stringe la mano a tutti i protagonisti della corsa e si fa consegnare da un commissario l’ordine d’arrivo.
Viene chiamato per primo sul podio Pisicoro, terzo arrivato. Florio gli consegna un assegno di lire 500 e una medaglia di bronzo. Al secondo arrivato, Enzo Quattrocchi, vanno un premio in denaro di lire 1.000 ed una medaglia d’argento coniata da Mario Rutelli. Al vincitore, Totino De Simone, viene data lo stesso premio in denaro del secondo insieme ad una grande medaglia d’oro, coniata sempre da Rutelli.
Florio ha grandi parole per i tre, ma nello stesso tempo elogia il comportamento di alcuni piloti come Ambrosetti e “Zam“, pseudonimo di un giovane giornalista che mantiene l’anonimato per non farsi scoprire dal padre, il quale si oppone fortemente alla sfrenata passione del figlio. Ambrosetti è stato molto sfortunato.
Mentre saliva a tempo di record, all’ultimo chilometro una macchia d’olio lo ha fatto finire fra spinosi cespugli, costringendolo a ricorrere alle cure dei medici. Per fortuna niente di grave. II percorso della Montepellegrino è particolarmente pericoloso anche a causa del cattivo fondo stradale. Questo è uno dei motivi per cui spesso la corsa e messa in calendario, ma non viene effettuata.