ROSOLIA Benny, tutto talento e dolce vita
Campioni di Ieri - Pubblicato il 11 Maggio 2020 - 15:38
di Franco Cammerasa – Riproduzione riservata
Circa 50 vittorie assolute ottenute in quasi 20 anni di attività. Un sodalizio lungo e fortunato con le Osella. Cronoscalate e Prototipi le sue passioni, ma nel ricco palmares ci sono pure bei risultati anche al volante di monoposto e vetture turismo. Dallara lo voleva professionista, ma lui preferì continuare da gentlemen.
Si stenta a credergli quando dice ”Sono fuori dal giro … “; oppure “ogni cosa al suo tempo … “.
Lui, Benny Rosolia, che dal ’71 al ’90 ha vissuto solo di auto da corsa e di gare, sempre in giro a mietere successi qua e la per Italia, adesso conduce vita ritirata, lontano da quel mondo che lo vide protagonista, osannato dagli estimatori e invidiato da molti rivali. Confessa, però di tuffarsi spesso nel suo mare di ricordi:
“Mi vengono in mente – dice i momenti di gioia, le immagini dei percorsi, dei traguardi e delle folle che seguivano le gare. Allora le cronoscalate erano più seguite, solo in Sicilia ce ne erano quindici e vi erano molte più persone competenti“. Non sempre, però, i ricordi gli sono sufficienti.
Di tanto in tanto, così, scende in garage e mette in moto l’auto da corsa a cui e rimasto più affezionato: l’Osella PA3 nera, con motore Armaroli Bmw, con la quale ha partecipato dall’81 all’83 a circa 25 gare, una ventina delle quali vinte. Da quel motore esce ancora un “grido” da far tremare, che fa ribollire il sangue nelle vene, e che a Benny provoca ovviamente emozioni forti. Nella mente di Benny, per amici e parenti soltanto “Nittu”, scorrono i ricordi. Nitidi. Con precisione date e avvenimenti.
Una miniera di aneddoti ovviamente, che non basterebbe un libro per raccontarli tutti. Tra coloro che ne hanno apprezzato l’eccezionale talento sono in molti a sostenere che sarebbe potuto diventare un famoso pilota professionista. Lui, però, a quel tempo pensava solo a correre e a divertirsi, nessun legame che lo vincolasse, sia esso professionale che sentimentale.
E così fece svanire nel nulla chance anche importanti: “Dopa aver ultimato una Targa Florio – racconta andai a Fiorano per provare una Dallara. Era la prima volta che salivo su una vettura scoperta. Mi misi a girare come un pazzo ed a un certo punto uscii di pista. Mi tirarono sull’asfalto e ricominciai a tirare fortissimo, malgrado dai box mi facessero segno di rientrare. Il rumore della vettura attiro l’attenzione dell’ingegner Dallara che stava in ufficio e che volle vedermi all’opera. Mi inseguì per un anno, voleva che andassi a fare il collaudatore delle sue vetture a Varano. Per me, però, correre era un divertimento, non pensavo di farne un mestiere“.
Oltre che un bravo pilota, Rosolia era un “maniaco” nella messa a punto delle vetture. In questo trovava perfetta sintonia in Ignazio Cusumano, apprezzato meccanico palermitano che lo seguiva quasi ovunque. E i risultati si vedevano, soprattutto nelle cronoscalate,e talvolta anche in pista.
“Nell’83 – ricorda con un certo orgoglio, tra una sigaretta e l’altra a Varano, in occasione di un Europeo di Formula 2, stabilii il record assoluto del circuito. Ricordo che Armaroli rimase entusiasta di quella mia performance“.
Le gare che lo divertivano di più, però, erano quelle in salita, dove poteva dare sfogo a tutta la sua abilita in un percorso tortuoso, tra due ali di folla che lo acclamavano. “Conoscevo talmente bene la Monte Erice che giungevo di quinta e a 200 all’ora sotto il primo tornante. La gente si spaventava e fuggiva dal ciglio della strada mentre io sorridevo sotto il casco – racconta divertito Oltre alla Monte Erice, la cronoscalata alla quale sono rimasto più legato è dove ho colto pure delle belle vittorie e la Cefalù – Gibilmanna, di cui detengo ancora il record del tracciato.
Una gara che ricordo con particolare piacere è anche l’edizione dell’87 del Trofeo Luigi Fagioli, Gubbio – Madonna della Cima, valida per il Campionato Europeo della Montagna, dove giunsi secondo alle spalle di Nesti“.
E in effetti Mauro Nesti, pluricampione italiano ed europeo, era il punto di riferimento, l’esempio principale, per “Nittu” Rosolia: “Era bravissimo, quasi imbattibile. Solo due volte sono riuscito ad arrivargli davanti” confessa. Soprattutto in Sicilia, comunque, i piloti di maggior classe in quel periodo erano lui ed il catanese Enrico Grimaldi, il “Principe“, con il quale Rosolia si alternava nel vincere le cronoscalate:
“Enrico era uno sprinter, al contrario di me che spesso arrivavo il sabato mattina; giungeva sul percorso di gara già il lunedì e se lo studiava in maniera minuziosa. Era più bravo comunque nei percorsi brevi, sui quali era difficile batterla In quelli lunghi trovava invece qualche difficoltà, era più vulnerabile“.
Benny Rosolia è stato sempre una persona dal grande cuore, sensibile più di quanta lasciasse intravvedere. Sacra per lui il senso dell’amicizia. Un esempio? “Nell’81 – ricorda avevo appena ultimato ad Onstano le prove ufficiali di una cronoscalata quando appresi della morte del mio amico Piero La Pera alla Val d’Anapo – Sortino. Rimasi talmente scosso che l’indomani non presi il via pur avendo fatto il miglior tempo in prova“.
Nel suo girovagare per l’Italia spesso Benny Rosolia viaggiava assieme al suo amicone Peppe Virgilio, trapanese, allora pilota ufficiale dell’Abarth. In comune tra i due tante avventure e, ovviamente, tanti aneddoti: “Peppe era uno spasso – dice - Per diluire la tensione delle gare ci isolavamo e lui cominciava a raccontarmi barzellette”.
Era una miniera. Una volta, provenienti dall’Umbria dove avevamo partecipato ad una gara, giungemmo nei pressi di Catania all’una di notte. Sebbene stanchissimi, salimmo suite nostre vetture da corsa ed andammo a provare sul tracciato della Linguaglossa – Piana Provenzano. Roba da pazzi, a pensarci adesso”.
“Nittu” Rosolia andava veloce come un pazzo, ma pazzo non lo era come pilota. Il suo era solo talento, grazie al quale si divertiva e col quale faceva divertire e sognare tanti appassionati. Adesso e un “ex”, una persona matura e riservata, sicuramente pero quel talento gli scorre ancora veloce nelle vene.
Identikit, Benny Rosolia: 19 anni di corse
Marsalese, 57 anni, Benny Rosolia è stato uno dei piloti di punta dell’automobilismo sportivo siciliano negli anni ’80 e 90. La sua prima gara nel ’71, l’ ultima nel ’90. Le sue auto sono state nell’ordine: Fulvia HF, Fulvia Zagato, Belloni 1000, Chevron 1300, Osella 1600 ed una serie di Osella 2000.
Interminabile l’elenco dei suoi successi. Basti dire che ha conquistato la vittoria assoluta in una cinquantina di cronoscalate, tre delle quali con la Osella 1600 (una ad Erice dove ha vinto per sei volte). Numerose anche le gare in circuito a Pergusa, Vallelunga, Varano.
Tre volte ha corso anche la “Targa Florio“, classificandosi primo di categoria nel 1971 su una Fulvia HF in coppia con un altro marsalese doc: Marco De Bartoli. Pilota veloce, dal carattere estroverso, non si è mai sposato anche se ha sempre apprezzato la compagnia femminile.
Attualmente gestisce assieme al fratello Antonino un autosalone nella sua Marsala. Da anni si è allontanato dall’ambiente automobilistico anche se vi annovera ancora diversi amici. Segue molto invece il calcio ed e un tifoso del Milan. Quest’anno, però potrebbe tornare alle gare.
Il suo amico trapanese Peppe Licata, anch’egli un ex pilota e direttore del mini autodromo di Kinisia, e infatti sul punto di convincerlo a partecipare alla prossima edizione della Monte Erice Storica. Vi riuscirà?