Targa Florio 2017 la Corte d’Appello ha deciso

La sentenza della Corte di Appello sull’incidente alla 101ç Targa Florio del 2018

Chissà se sarà finalmente scritta la parola “fine” sulla vicenda giudiziaria successiva all’incidente verificatosi il 21 aprile 2017 nel corso della Targa Florio n. 101 nel quale perserò la vita il pilota messinese Mauro Amendolia ed il commissario di percorso siracusano (di Lentini) Giuseppe Laganà, e rimase gravemente ferita anche la figlia di Amendolia, Gemma che in quel tratto di gara faceva da navigatrice al padre.

Come si ricorderà dopo la sentenza di primo grado – che vide assolti gli imputati – la difesa della famiglia Amendolia (Avvocato Giovanni Mannuccia del Foro di Messina) aveva preannunciato appello per gli effetti civili ed aveva reso noto che la vedova di Amendolia Sara Villari  (ammessa come parte civile mentre le due figlie  tra le persone offese) era intenzionata a presentare un esposto al CSM, una volta conosciute le motivazioni della sentenza.

Ieri – come riportato da LiveSicilia.it – è arrivata l’attesa sentenza della “Corte di Appello presieduta da Fernando Sestito, che ha confermato l’assoluzione del direttore della manifestazione Marco Cascino, del delegato all’allestimento del percorso Antonio Pochini e dell’ACi (citata come responsabile civile). È passata la linea difensiva degli avvocati Roberto Tricoli, Massimiliano Miceli, Marco Baroncini e Francesco La Loggia”.

La sentenza di primo grado

La sentenza assolutoria di primo grado era stata invece emessa a novembre del 2022 dal Gip Claudia Camilleri del Tribunale di Temini Imerese accogliendo le tesi della difesa (Avvocati Roberto Tricoli, Massimiliano Miceli, Francesco La Loggia) e la richiesto dal PM. il terzo imputato Angelo Pizzuto, ex-Presidente dell’Automobile Club Palermo organizzatore della manifestazione, aveva invece scelto il rito ordinario. Si è adesso in attesa della relativa sentenza dopo l’ultima udienza svoltasi nello scorso mese di aprile

L’incidente alla Targa Florio n°101

Il mattino del 21 marzo 2017 Mauro Amendolia (che aveva 53 anni) nel corso della prova speciale “Piano Battaglia”, durante la prima delle due tappe sulle quali si articolava la Targa Florio-Rally, perse il controllo della Mini Cooper con la quale gareggiava con la figlia Gemma come navigatrice. In seguito all’impatto il pilota mori sul colpo (fatale l’impatto contro il parabrezza ed il montante sinistro della vettura, nonostante la testa fosse protetta dal casco), la figlia riportò gravi ferite e venne trasportata al Civico di Palermo dove restò a lungo in rianimazione ma riuscì a salvarsi. Perse la vita- a seguito delle gravi ferite subite –  pure il il Commissario di Percorso Giuseppe Laganà (siracusano di Lentini), investito dalla Mini Cooper. Della sua morte è stato ritenuto responsabile il solo Mauro Amendolia.

Le cause dell’incidente…

La perizia affidata dal Tribunale all’Ing. Mangano ed al medico legale Asmundo, ha stabilito che la perdita di aderenza della Mini Cooper venne causata da una buca profonda otto centrimetri al centro della sede stradale peraltro resa viscida da pioggia e nevischio. Inoltre il pilota non venne trattenuto nel sedile anatomico perchè non aveva stretto a sufficienza le cinture di sicurezza. Al contrario della navigatrice che pure riportò conseguenze gravi ma non letali. 

Amendolia era al volante di Bmw Mini Cooper. Non aveva le cinture di sicurezza allacciate quando perse il controllo della macchina sull’asfalto bagnato. Non ha retto l’accusa secondo cui gli imputati avrebbero dovuto vigilare ed accertarsi che venissero rispettate tutte le norme di sicurezza. Compreso la verifica sulle cinture. La figlia della vittima le indossava e si salvò.

Per la morte del commissario di gara, invece, la responsabilità era stata addebitata al solo Amendolia che, perdendo il controllo dell’auto, aveva investito Laganà.


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