Carrozzeria Boano: quattro mesi intensi
La storia dei carrozzieri - Pubblicato il 19 Febbraio 2021 - 16:00
Tratto da Sicilia Motori – Anno XI n. 4 (129) Aprile 1992
di Piero Libro – Riproduzione riservata
Del torinese Mario Felice Boano abbiamo già parlato a proposito della sua collaborazione con Franco Scaglione per il progetto definitivo della Alfa Romeo Giulietta Sprint carrozzata da Bertone, ma è necessario tornare ancora ad occuparcene per due risvolti della sua molteplice attività: quella di carrozziere e quella, piu consistente e duratura, di designer prima e di titolare poi, della carrozzeria Ghia, da cui si staccò nel 1953 per divergenze col socio Luigi Segre, per fondare la sua «scoccheria».
La storia della carrozzeria torinese Boano è brevissima (appena quattro anni dal 1954 al 1958) ma intensa anche perché i designers in verità erano due: al padre si affiancò infatti quasi subito il figlio Giampaolo, che ne avrebbe ereditato le capacità. Insieme a lui e a Luciano Pollo fondò la «Carrozzeria Boano Lavorazioni Speciali s.a.s.».
Lo sviluppo degli studi e di alcune mode stilistiche
Per capire meglio il clima in cui si sviluppò l’opera della carrozzeria Boano, bisogna dire che quegli anni furono importanti nello sviluppo di alcuni studi e di alcune «mode» stilistiche, sia perché si diffondeva maggiore benessere per la ripresa economica, con il conseguente desiderio di acquisti che rispecchiassero questo «status» raggiunto, che fossero in sostanza più «opulenti» dopo il lungo periodo di privazioni e di difficoltà subite a causa degli eventi bellici, sia perché «timidamente» si affacciavano sui mercati europei, Italia compresa, le mastodontiche vetture americane.
E Mario Felice Boano sfruttò appieno la sua notevole esperienza, poi trasmessa al figlio, per la progettazione di carrozzerie da modellare sugli «immensi» telai americani, che egli aveva acquisito collaborando con i maggiori carrozzieri dell’epoca (compreso Pininfarina, che aveva seguito nel 1930 già al momento dello stacco di «Pinin» dai frate!- li), ma sopratutto nel suo lungo «tirocinio» presso la Ghia, per vocazione molto vicina a Detroit.
Vetture gradite agli americani
Le vetture di Boano sono così inizialmente improntate ad una certa imponenza di masse e fregi e ad una ricchezza di motivi e particolari stilistici quasi sconosciuti agli altri carrozzieri italiani. E difatti, per la verità, bisogna dire che si tratta spesso di vetture che piacciono molto agli americani, più che agli italiani, a cui certe «pesantezze» non vanno proprio giù! Ma per fortuna la produzione della carrozzeria Boano in parte si discosta da questi temi stilistici, che alla lunga avrebbero stancato i «fini intenditori» nostrani, per allinearsi al più classico «gusto» italiano.
Costruttrice di prototipi che fecero la storia dello stile e che influenzarono gli orientamenti delle case produttrici, la Boano rappresentò un punto di riferimento della grande capacità creativa torinese. La prima vettura che vide al lavoro la nuova azienda Boano fu (neanche a dirlo) una Alfa Romeo: si trattò di una creazione su un telaio sperimentale tipo 3000 CM, creato per le corse, con un motore di 3000 cc., denominata «Aerodinamica», realizzata nel 1954 in esemplare unico, su ordinazione diret-ta nientemeno che dall’allora presidente argentino Peròn, grande appassionato di auto prestigiose.
Velocità elevate a Monza
E che si trattasse di una vettura totalmente diversa dalle precedenti lo dimostra il fatto che essa raggiunse i 280 chilometri orari sulla pista di Monza … e se non fosse stata liscia e filante … E sulle Alfa Romeo, ed in particolare sul pianale della 1900, (sia berlina che Super Sprint), Boano allestì molti prototipi per clienti privati (tra cui è da ricordare la coupé per il Conte Vaselli) e anche studi di «lifting» per la versione di serie, su commessa diretta della Casa.
L’iniziale destino di avere clienti molto prestigiosi fu determinante per Boano: sarà stato forse per l’eleganza e la velocità di quel primo esemplare, o per la consolidata amicizia con Felice Boano, o, forse più prosaicamene per una disputa tra «Giganti e balocchi» (la mia è più bella della tua!), ma è certo che il secondo «pezzo unico fu una Lincoln denominata (come chiamarla diversamente?) <Indianapolis», costruita nel 1955 per Henry Ford II. Cominciando con queste premesse così prestigiose è ovvio che le commesse cominciarono a fioccare e la contemporanea partecipazione ai Saloni Internazionali apportò ulteriori ordini.
La Ferrari “Geneve” della Carrozzeria Boano
Tra le vetture carrozzate in quegli anni sono da ricordare una Ferrari 250 Gran Turismo cabriolet denominata (Geneve, destinata con ogni probabilità ad un cliente americano, nelle sue linee tese, «iniziava» con un bel musetto «alla Pininfarina» (per la verità un pochino appesantito da un ampio paraurti cromato) e «terminava» con un paio di pinne posteriori (tributo alla moda impe-rante) tipo «Cadillac»!
Chissà cosa ne avrà pensato il Commendatore! Tra le vetture meglio riuscite del 1956, una Chrysler Special Cor – vair II e una Mercer Cobra. Per quanto riguarda la semplice lavorazione di carrozzeria, occorre ricordare una bella e molto particolare Jaguar, costruita dalla Boano su disegno dello stilista americano Raymond Loewy, il famoso progettista della Studebaker «avanti», ancora più famoso per avere disegnato la bottiglia della Coca-Cola. Presentata al Salone di Parigi del 1956, fece scalpore per la creazione avveniristica e la linea accattivante e destò interesse per gli accorgimenti atti a conferirle comodità e sicurezza. La vettura, in un ovattato silenzio, raggiungeva i 235 chilometri orari.
Gli ultimi anni con telai italiani della Carrozzeria Boano
Negli ultimi anni la carrozzeria affrontò sempre più vetture speciali su telai italiani, in particolare Fiat 1100, 600 e 500, Lancia Appia e con meccanica Abarth. Da ricordare anche una Osca 1100, una berlinetta dalla linea equilibrata, compatta e tondeggiante, con frontale a doppi fari, il cui tema sarà poi ripreso dalla carrozzeria Fissare per la sua versione con motore 1600.
Malgrado gli ottimi risultati, la carrozzeria torinese chiuse nel 1958, anche perché, in accordo con la Fiat, Mario Felice Boano contribuì a creare, cooptando anche i suoi collaboratori, il Centro Stile Fiat, di cui fu consulente fino alla fine degli anni ’60: il contratto, molto favorevole, prevedeva la liquidazione della Boano Lavorazioni Speciali.
Il figlio Giampaolo, che aveva fino ad allora diviso con il padre l ‘esperienza alla Ghia e quella nella loro carrozzeria, nel 1959 fu chiamato anche lui presso il Centro Stile Fiat, di cui assunse la direzione a fianco dell’Ing. Dante Giacosa. Le capacità di questa famiglia di designer continuavano così ad esprimersi per un lungo, fruttuoso periodo.