Carrozzeria Colli: specialista in leghe leggere
La storia dei carrozzieri - Pubblicato il 01 Gennaio 2021 - 16:05
Tratto da Sicilia Motori – Anno XI n. 6 (131) Giugno 1992
di Francesco Ragusa – Riproduzione riservata
Nel 1932 Giuseppe Colli fondò la sua carrozzeria a Milano in viale Certosa, dopo un breve ma importante apprendistato presso la Touring. Colli, lattoniere di grande esperienza e perizia, specialista nelle leghe leggere (il fatto di avere lavorato nella carrozzeria dell’Ing. Bianchi Anderloni che era detentrice del brevetto «superleggera», lo avviò verso questo tipo di costruzioni) e perfezionista nei dettagli costruttivi, fece conoscere la sua azienda a quei clienti «speciali» che su tutte le altre qualità, apprezzavano il veicolo leggero.
Purtroppo Giuseppe Colli morì nel 1936 e gli subentrarono i figli Mario, Beniamino, Tarcisio e Candido, che assunsero in seno alla fabbrica ognuno un proprio ruolo, continuandone e potenziandone le capacità. La carrozzeria fu ritenuta concordemente tra le più adatte alla lavorazione delle leggerissime leghe di alluminio che rivestivano in particolare veicoli speciali e da corsa.
Una storia ricca di difficoltà
Nonostante le difficoltà, la scarsità degli impianti disponibili, mezzi finanziari con opulenti e, non ultima, la concorrenza, tre anni dopo già la Colli era abbastanza nota in tutti gli ambienti automobilistici, grazie al fatto che i quattro fratelli erano riusciti a realizzare un loro modello di carrozzeria leggera per vetture sport, particolarmente aerodinamica, che montarono soprattutto su telai Fiat e Alfa Romeo, oppure su telai tubolari speciali, che aveva anche il pregio di essere robusta, e la cui costruzione risultava di prezzo moderato, permettendo il massimo sfruttamento del motore e la massima penetrazione aerodinamica.
Durante la seconda guerra mondiale, questa capacità non passò inosservata e la stessa Aeronautica Militare sfruttò la specialità della Colli nella lavorazione delle leghe, per la fornitura di alcune parti di velivoli, quali ali, centine, impennaggi, strutture e serbatoi chiodati in «Dura!». Tutta questa esperienza accumulata in campo aeronautico, da sempre noto per le tecnologie avanzate che sperimenta, ovviamente fu molto utile ai Colli, che seppero farne tesoro. Nel 1946 infatti la carrozzeria Colli presentò alla stampa uno strano mezzo, un veicolo promiscuo aero terrestre, chiamato «Aerauto», ma la cui sigla di progetto era PL 2 C, progettato dall’Ing. Luigi Pellegrini.
Le caratteristiche della Carrozzeria Colli
Le caratteristiche tecniche erano, per l’epoca, a dir poco «mirabolanti»: la costruzione si segnalava infatti, oltre che per il bel disegno dell’abitacolo (visto il caso sarebbe meglio chiamarlo … carlinga) che aveva linee eleganti, profilate ed armoniose, anche per unparticolare congegno che agiva sulle … ali, si proprio ali, che grazie a questo meccanismo divenivano ripiegabili e che facevano trasformare il veicolo in un piccolo aeroplano da turismo. Il tutto con un motore di soli 60 cv, che avrebbe dovuto portarlo, una volta preso il volo, alla velocità di 190 km/h.
Anche il prezzo che fu previsto (500.000 lire, dell’epoca s’intende!) sarebbe stato particolarmente conveniente … tuttavia … C’è il classico ma. Nonostante l’ingegnosità del progetto l’«Aerauto» rimase allo stadio di prototipo, anche perché poco era stato fatto per un suo reale corretto uso stradale: non era previsto l’impianto elettrico conforme al codice, gli organi di sterzo del Carrello triciclo (cosa si sarebbe pensato di un aereo a quattro ruote?) erano assolutamente inadatti alla circolazione stradale e poi la larghezza, ad ali ripiegate, arrivava alla rispettabile misura di due metri (e ancora in Italia le autostrade non erano state costruite). Fu comunque questa invenzione che fece conoscere dappertutto il nome della Carrozzeria Colli.
La Società Aeronautica Montecatini
La Società Aeronautica Montecatini volle che il veicolo, per la sua notevolissima tecnica della lavorazione dell’alluminio fosse esposto nel suo padiglione della Fiera Campionaria di Milano. Nel 1947 la Colli espone per la prima volta ad un Concorso di Eleganza: si tratta di quello famoso di Villa D’Este, dove la sua carrozzeria sport su telaio Fiat 500 ottiene il primo successo di pubblico.
Un successivo premio ottenuto con una sua carrozzeria alla «Coppa dell’Artigianato», spinge anche clienti svizzeri a servirsi della carrozzeria milanese, con la realizzazione di numerose ordinazioni per carrozzerie Sport, favorendo soprattutto negli anni 1948 e 1949 il giro d’affari. Negli stessi anni diverse vetture furono ospitate negli stands del Salone torinese dell’automobile, costruite indifferentemente su telai Fiat 500, 1100, 1400 e sull’Alfa Romeo 1900.
E fioccano ancora i premi ai Concorsi; nel 1949 un Gran Prix al concorso di eleganza di Cannes con una Fiat 1100, un 2° premio a Nizza con la stessa vettura, poi nel 1950, ancora con una 1100 il 2° premio al concorso di Venezia, poi altri premi furono aggiudicati in Francia, Svizzera e Belgio. Le motivazioni sono sempre per la linea elegantemente aerodinamica, per la costruzione leggerissima, per gli interni comodi e spaziosi.
Il telaio tubolare Gil.Co.
È del 1951 un elegante coupé speciale, su telaio tubolare Gil.Co. (sta per Gilberto Colombo) progettata da Guido Cattaneo per conto della Cabi, con una raffinata meccanica Alfa Romeo 6C 2500 SS, verniciata in blu e dalle linee sapientemente equilibrate.
Dello stesso anno è una gradevole Cabriolet Sport Extraleggera, una due posti secchi con telaio tubolare Gil.Co. e meccanica Fiat 1100 S, presentata in un inconsueto colore verde pastello chiaro al Salone di Torino, ed il cui primo proprietario fu uno dei fratelli Scotti, Luigi per l’esattezza, famosi piloti di «barchette» Ferrari.
Scotti l’anno successivo con questa vettura, prese parte alla Mille Miglia. La vettura, che nelle linee generali somiglia molto alla contemporanea Ferrari 166, è stata ritrovata alla fine degli anni 70, e restaurata, seppure con una livrea rossa ha partecipato alla Mille Miglia nel 1982 e 1984. Nel 1953, all’apice della sua gloria, la carrozzeria Colli diventa fiduciaria della stessa Alfa Romeo, concentrando la sua arrività in un rapporto diretto con il Reparto Corse ed il Servizio Esperienze della Casa, della quale costituisce il reparto Carrozzerie sperimentali, allestendo molte pregiate vetture ufficiali, a volta frettolose nella esecuzione, ma di sicura funzionalità.
Carrozzeria Colli alla Mille Miglia
In quello stesso anno infatti i Colli allestiscono per la Mille Miglia tre Berlinette su telaio 3000 CM (competizione maggiorata), con cui corsero Fangio, Kling e Sanesi, e una barchetta sport biposto 3000 derivata da un telaio della «Disco Volante» caratterizzata dalle ampie prese d’aria frontali, dai piccoli parabrezza separati e dai due poggiatesta carenati rimasto esemplare unico.
Contemporaneamente, la Casa affida ai Colli la realizzazione anche in piccola serie di variazioni ed elaborazioni sulle vetture di produzione, quali ad esempio la berlina lunga di rappresenanza sul pianale 1900, la versione giardinetta (denominata «promiscua») della Giulietta 1300, molto riuscita stilisticamente.
La stagione wagon della Giulia TI
Decentrato negli anni 60 alla Autodelta tutto il Reparto Corse, alla Colli non rimase altro che proseguire su questa strada e l’ultimo lavoro commissionato dall’Alfa fu la trasformazione in Station-Wagon della Giulia TI: ma era ancora troppo presto per la diffusione di massa delle berline familiari e questa bella macchina trovò diffusione solo tra le pattuglie (una volta si chiamavano «pantere») della Polizia Stradale e per le assistenze ai clienti delle Concessionarie.
Dopo essere giunta a risultati così lusinghieri, caso non frequente in aziende a vero carattere familiare, il mutato contesto tecnico ed economico costrinse la Carrozzeria Colli alla chiusura, avvenuta nel 1972. Il motivo non lascia alternative: «mancanza di commesse». Oggi per molto meno si va in «cassa integrazione».