Rally di Monte Carlo: quando il “Monte” partiva da Palermo
Le storie di SM - Pubblicato il 03 Novembre 2020 - 14:40
Rally di Monte Carlo: le partenze da Palermo
di Vincenzo Prestigiacomo
Caratteristica di una delle gare più importanti di automobilismo, il Rally di Montecarlo, è la partenza da varie città europee con varie tappe di avvicinamento che portano a Monaco, da dove ha inizio il percorso comune. Negli ultimi anni a vantarsi di questo onore in Italia sono state Roma e Sestriere, ma non tutti sanno che Palermo nel passato è stata per ben dieci volte sede di partenza. Il primo via da Palermo fu dato domenica 18 gennaio 1932.
La prima partenza da Palermo
Era l’XI edizione del Rally di Montecarlo e le vetture iscritte erano tre, tutte appartenenti ad un gruppo di cinque piloti inglesi. Ad essi si aggregò il palermitano Francesco Paolo Basile. La partenza ebbe luogo alle 7,00 in via Catania, dinanzi alla sede del RA.C e fu la vettura n. 224, guidata da Miss Robertson e da Miss Howell, a lasciare per prima Palermo. Seguì la n. 223, guidata da Miss Richmmond e da Mr Monce. Erano le 7,32 quando la terza vettura, n. 222 con a bordo Mr Beatson e Francesco Paolo Basile, si allontanò da via Catania.
Fu tale l’interesse e l’affluenza di pubblico che nella successiva edizione la XII, gli organizzatori monegaschi – in testa il Commissario Sportivo Antony Noghes – riconfermarono Palermo come sede di partenza per l’Italia.
Nella notte tra sabato 22 e domenica 23 gennaio 1933, sempre da via Catania, partirono due vetture, la Peugeot n. 47 di Herbauro-Jonville e la Lancia n. 86 dei principi K Leopoi von Schoenburg e Thomas von Waldenburg. Commissario di partenza per l’occasione fu il barone Girolamo Vannucci. Erano presenti anche il cav Vincenzo Florio e il cronometrista barone Lorenzo D’Ondes. Più numerose furono le vetture nell’edizione del 1935.
La partenza della prima vettura
Era sabato e alle 6,52 si diede il segnale di partenza alla prima vettura, la Ford di Santag. Subito dopo fu la volta della francese Marie Lamberjack su Ford, che si alternava alla guida con Manna Vitch. Dopo la partenza della decima vettura, il numeroso pubblico agitò in segno di festa piccole bandierine tricolori. Era la volta di Felice Nazzaro su Balilla: l’ex autista-meccanico personale di Vincenzo Florio era popolarissimo tra i siciliani.
Nel 1936 le vetture in partenza da Palermo erano tre. La Renault del francese Francois Chevrton, la Fiat dell’italiana Angela Bourbon e la BMW del tedesco Max Kìmke. Teatro di partenza non era più via Catania, bensì via Aragona, dove si trovava la nuova sede del R.A.C.I. (Reale Automobile Club d’Italia, ndr). Il via fu dato dal dott. Ugo Messina. Nell’edizione del 1937 il Commisario Sportivo monegasco Antony Noghes fece pervenire al R A.C.L di Palermo una lista con 22 iscritti. Un vero record! Martedì 26 gennaio via Aragona era stracolma di persone sin dalle prime luci dell’alba.
I personaggi di spicco presenti alla gara
Erano presenti personaggi di spicco come il comm. Lo Casto, presidente del R A C I., il marchese di Montallegro, in rappresentanza dell’Ente Provinciale del Tunsmo, e il cav Vincenzo Florio. Alle 8,00 in punto il Commissario Sportivo avv. Pietra diede la partenza. Il primo a sfrecciare fu il rumeno Cristea su Ford. Molto festeggiati gli italiani Molinari su Simca e Luigi Villoresi su Fiat. L’anno successivo, il 1938, il Rally di MonteCarlo ebbe un numero considerevole di partenti da Palermo. Erano venti vetture. Due dei piloti erano siciliani. Di Pietra da Palermo ed Amedeo da Trapani. Puntualmente alle 12.08 lo starter diede il via e fu lo svizzero Talbot a lasciare per primo la città. Ma la sorte non fu favorevole per i piloti siciliani, che per noie meccaniche dovettero abbandonare la massacrante corsa. Di Pietra nelle Calabrie e Amedeo nei pressi di Messina. Quella del 1939 fu un’edizione dal tono minore a causa dei venti di guerra che cominciarono a spirare in Europa.
La partenza poco prima della guerra
I partenti erano 11, ma in via Pignatelli non c’era il solito bagno di folla ad attendere i partecipanti. La striminzita cronaca annotava la partecipazione del pilota palermitano barone Alfredo De Michele. Dopo la parentesi della seconda guerra mondiali si ebbero altre due partenze da Palermo. Ciò si dovette all’intraprendenza e alle amicizie del Principe Raimondo Lanza di Trabia dente della CSAS. Le edizioni furono la XXI e la XXIV.
Si torna a correre dopo la Seconda Guerra Mondiale
Al via dell’edizione «palermitana» del 23 gennaio 1951 le nazioni partecipanti furono 16 con 362 concorrenti. Le partenze avvennero contemporaneamente da Montecarlo, Oslo, Stoccolma, Lisbona, Glasgow e, appunto, Palermo. L’Italia fu rappresentata dall’equipe di Palermo con Raimondo Lanza di Trabia in testa e da un gruppo di giovani nobili rampanti quali il marchese Pottino, il conte De Sarzana, il barone Bordonaro, il conte Federico, il barone De Stefani. Altri piloti di spicco furono tre figli di industriali: Pirri, Biondo e Stagno.
Le condizioni atmosferiche non erano buone, ma c’era tanto entusiasmo e in tutti la convinzione di arrivare a Montecarlo. Chi si appresta ad affrontare un così lungo e tortuoso percorso, deve essere dotato, senza ombra di dubbio, di una notevole abilità nella guida, di riflessi pronti, di resistenza fisica e deve disporre di un mezzo meccanico perfetto. Equesti requisiti non mancavano ai partecipanti. Una grande folla variopinta era assiepata in piazza Ruggero Settimo -meglio conosciuta come piazza Politeama -e il vociare della gente sapeva di festa La partenza avvenne davanti all’«Extrabar» dei fratelli Caflisch.
Le partecipazioni del principe Lanza di Trabia
Il primo a lasciare Palermo fu 11 conte Giovanni Federico su Fiat. Erano le 14, 28 e la macchina del conte, al «via» dello starter, balzò con un ruggito, scomparendo veloce lungo la via Emerico Amari, e lasciando sulla scia un delicato profumo di olio di ricino. Iniziò così la durissima corsa, che dal capoluogo siciliano fino a Montecarlo si snodò per ben 3.295 chilometri. Dopo pochi minuti fu la volta del principe Lanza di Trabia su Alfa Romeo 2500 «Freccia d’Oro», colore blu Francia, con lui l’amico Fabrizio Moroni ed il giornalista Nino Nutrizio. Il principe Lanza fu il più festeggiato e portò con sé una statuetta di bronzo raffigurante la Venere di Siracusa affidatagli dall’onorevole Drago – Assessore Regionale al Turismo –per donarla a S.A. Serenissima Rameri III di Monaco.
A tal proposito racconta 11 conte Giuseppe De Sarzana. Il fagotto durante il percorso dava fastidio a Raimondo e agli altri due componenti, tutta via arrivò a Montecarlo senza una scalfittura. Ma bisognava consegnarlo al principe. Tutti snervati dalla lunga attesa, arrivò S.A. Serenissima. A questo punto Raimondo gli si avvicinò e lo salutò frantumandogli sul tavolo della premiazione la bella Venere di Siracusa. Ci fu un momento di sgomento. Tremante era la coppia Trevoux-Cravetto -vincitrice del Rally-.
La partenza da piazza Ruggero Settimo
Ma seguì una risata generale. Rise anche 11 principe Ranieri. Si pensò così che fosse l’ultima trovata di Raimondo Lanza che da tutti era conosciuto come “giocherellone”. Certo Raimondo potè permettersi quel gesto perché era molto amico di Ranieri. Anche nella XXIV edizione il Rally partì da piazza Ruggero Settimo. Era il 19 gennaio 1954. Un’ora prima della partenza piazza Ruggero Settimo e via Emenco Amari erano già gremite di folla.
Lo starter era il principe Starrabba di Giardinelli. C’era pure Tito Carapezza, da poco nominato Commissario dell’Automobile Club di Palermo. Quando si abbassa la bandierina dello starter sono le 14,47 e lo svizzero Patthey su Porsche fu il primo a sfrecciare per via Emerico Amari. Seguirono, ad intervalli di due minuti, Ovidio Cappelli su Fiat, Giusto Tanara su Lancia Aurelia, Guido Castelli su Alfa Romeo, Charles Hubert su Porsche, De Noix su Peugeot, Jean Marcellet su Simca. Infine alla partenza la coppia palermitana formata dal marchese Francesco Arezzo di Celano e dal conte Giovanni Federico su Lancia Aurelia B20 2500. Il concerto del motore acceso manda in visibilio la folla.
Poi il ruggito si fa più graffiante al «via» del principe di Giardinelli e in pochi secondi il bolide di colore avorio scompare immettendosi lungo il Foro Umberto.
Il racconto del marchese Francesco Arezzo di Celano
«E stata un ‘esperienza bellissima. Giovanni ed io eravamo gli unici palermitani partecipanti. Ci arrampicammo lungo lo stivale senza intoppi e senza penalizzazioni e in noi c’era la speranza di arrivare almeno secondi assoluti.
Dopo due notti arrivammo al controllo di Firenze in perfetta media. Eravamo caricati e in noi non c’erano segni di stanchezza. Poi nei pressi di Monaco arrivammo con il parabrezza infangato, così uno spettatore volendoci aiutare, vi rovesciò un secchio d’acqua. Fu un disastro! Purtroppo il freddo polare ghiacciò l’acqua e, mentre io guidavo. Giovanni con le unghia cercava di far saltare quello strato di ghiaccio. Nonostante ciò arrivammo a Montecarlo ancora senza penalizzazioni. Ma qui nelle ultime prove andammo malissimo.
Ci restò la consolazione di essere stati i primi assoluti fra i tredici partenti da Palermo. Vinse meritatamente il Rally di Montecarlo Luigi Chiron su Lancia “ufficiale”. La sera della premiazione – che ebbe luogo all’Hotel de Paris – ebbimo però tante pacche sulle spalle. Poco? Direi proprio di no!».