Sciacca – Caltabellotta, il “fantasma” vive ancora nei rally

Sciacca Caltabellotta, la storia raccontata per la rubrica “Corse di Ieri”

Tratto da Sicilia Motori – Anno X n. 4 118) Aprile 1991

di Dario Luchese – Riproduzione riservata

L’idea di organizzare agli inizi degli anni ’60 una cor­sa in salita automobilistica lungo la strada che dalla suggestiva cittadina di Sciacca conduce fino a Caltabellotta, fu interpreta­ta con scetticismo da tutti. Gli sforzi profusi dall’Auto­mobile Club di Agrigento, dall’Azienda Autonoma di Cura e delle Terme, e dai comuni dei centri interes­sati, soddisfecero però gli speranzosi.

La riuscita ef­fettuazione ed il successo della prima edizione della «Coppa Città di Sciacca Terme» fu soprattutto meri­to dell’avvocato Simone De Paola, il quale, facendo un saggio utilizzo dei 34 milio­ni avuti in contributo dal-1′ Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici, ordinò il ri­facimento completo del manto stradale su cui si sa­rebbe svolta la competizio­ne e dispose tutte le necessarie misure di sicurezza per i piloti e gli spettatori.

Cosi, il 12 ed il 13agosto del 1961, rombarono i motori delle au­to che furono impegnate nel percorrere i 17,500 chilome­tri che conducevano, con un dislivello di 700 metri, dal rettifilo di Santa Maria al Piz­zo dei Tre Corvi. La manife­stazione rientrò nel quadro delle feste e dei divertimenti del ferragosto saccense, e la partecipazione alla stessa fu riservata solamente ai con­duttori soci degli Automobi­le Clubs di Sicilia e Cala­bria.

Sciacca caltabellottaLa vittoria di Pasquale Tacci alla Sciacca Caltabellotta

Vinse un pilota di casa, Pasquale Tacci che, con una Alfa 1290, tornava a gareg­giare dopo un brutto inci­dente occorso nel ’59. Ma il vero protagonista, si disse, fu Giuseppe Virgilio, secon­do al traguardo con una nor­male Fiat 600, in quanto do­tato di un mezzo appunto in­feriore a quello del vincito­re. Alle spalle dei due si classificò il canicattinese Mario Tropia (non ancora conosciuto con lo pseudonimo di “Caterpillar”), che seguito da Andolina e Barbagallo.

Il tracciato, misto e veloce, fu definito spettacolare, ricco di sorci e panorami suggestivi. Molto famoso, nonché luogo di incidenti cruenti, fu il difficile e impegnativo tornante del Marocco. La seconda edizione della cronoscalata venne così conclusa tra le prove con validità per il “Trofeo della Montagna”, per le vetture delle categorie turismo di serie preparate e Gran Turismo. La gara di disputò nei giorni 11 e 12 agosto del 1962.

Il tracciato modificato

Il tracciato su leggermente modificato rispetto a quello dell’anno precedente e ridotto fino a 15800 chilometri che dal bivio Semiazza, con un dislivello di 658 metri, portano al Bivio San Carlo. Questa volta a trionfare a trionfare fu Giuseppe Vir­gilio. L’agrigentino, al volan­te di una Giulietta S.Z, precedette all’arrivo la vettura gemella condotta da «Astor». La Fiat 1100 del pa­lermitano Antonio Riolo e la Abarth 1000 di «Tiger».

Un piccolo giallo fu dovuto al fatto che proprio a quest’ul­timo, al termine della prova, fu accreditato il tempo piu rapido in assoluto. Che poi, però, fu «rinforzato» di ben sessanta secondi che erro­neamente i cronometristi avevano omesso di conside­rare. Quella sarebbe stata comunque l’ultima volta del­la salita Sciacca-Caltabellot­ta.

La vita breve della gara

La bella gara ebbe vita breve e varie furono le ra­gioni che non consentirono la disputa di altre edizioni negli anni seguenti. In primo luogo un passivo economico che gli Enti e l’Amministra­zione provinciale non volle­ro coprire non garantendo un contributo alcuno. Poi an­che le non perfette condizio­ni del manto stradale, che presentava piccole frane.

A tutto questo si dovettero in­fine aggiungere le proteste degli stessi piloti che ritene­vano il percorso pericoloso e guardarono ad esso con sempre maggiori perplessi­tà. Lo stesso tracciato sareb­be stato usato però piu volte negli anni ’70, ’80 e ’90. Qua­le sedi di prove speciali di rallies, continuando la tra­dizione «agonistica» del tracciato.

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