Passo di Rigano – Bellolampo, una stella che non brillò
Corse di Ieri - Pubblicato il 22 Luglio 2020 - 17:28
Tratto da Sicilia Motori – Anno IX – n.4 (107) – Giugno 1990
di Giancarlo Felice – Riproduzione riservata
La voglia di correre degli anni ’50 vide nascere nell’Isola una serie di gare automobilistiche, diverse delle quali proseguirono il loro cammino sino ad arrivare ai giorni nostri. Altre, invece, andarono avanti ad intermittenza, fino a scomparire.
Dopo la «Valdesi Santuario S. Rosalia», che si correva sul versante opposto della «Montepellegrino», la «Passo di Rigano Bellolampo», cronoscalata organizzata dall’Automobile Club Palermo su un tracciato di 9. 750 metri, con un dislivello di 535 metri, che partendo dalle spalle dell’attuale rione Borgo Nuovo, a sud-ovest della città, si concludeva prima del bivio Torretta-Montelepre.
La corsa parte dal km. 4 della provinciale e l’arrivo viene posto al km. 13,750. In pratica lo starter era situato dinanzi ai Padri Vocazionisti, si saliva fino al cosidetto «chianu da munnizza», per arrivare appunto prima del bivio.
La prima edizione della Passo di Rigano – Bellolampo
La prima edizione si effettua a metà luglio del 1953. Così la definisce un cronista dell’epoca: «La scalata di Bellolampo, per la sua ridente suggestività, merita di essere presa in considerazione anche sotto il riguardo eminentemente turistico». E per spiegarne ai lettori le caratteristiche del tracciato, aggiunge: «Il primo tratto è abbastanza scorrevole e veloce, mentre il secondo risulta tutto determinato da incessanti e ghiribizzosi “tourniquettes”, per cui richiedendo ai motori la massima potenza iniziale e poi esigendo un severo lavoro sezionale (stabilità, tenuta e potenza di frenata in curva, manegevolezza e continua usura del cambio) è da prendersi subito tutto di “infilata” oppure con astuta accortezza».
Il favorito era il barone Luigi Bordonaro che vinse con il «solito stile di scalatore sicuro e disinvolto». Alla guida di una Ferrari 2560 infligge oltre mezzo minuto al secondo e più di un minuto di distacco al terzo. Due anni di pausa. La gara non si corre nel 1954 e 1955: le voci raccolte indicano il fermo per questioni organizzative, altre riferiscono che la manifestazione veniva considerata «cenerentola» dall’A.C. Palermo, in quanto gli sforzi erano indirizzati nell’effettuare al meglio la Targa, Il Giro di Sicilia e la Montepellegrino.
La seconda edizione e lo spostamento della data
Spostamento di data per l’effettuazione della seconda edizione. Dal luglio dell’anno prima, la corsa addirittura viene spostata al 9 dicembre. Mese molto incerto per le condizioni climatiche. Sul tracciato si riversa una pioggia insistente che rende sdrucciolevole l’asfalto, ma nonostante tutto i pimati delle classi 750 e fino a 1300 vengono migliorati.
Alla corsa si iscrivono in 59, ma al via si presentano in 39, quattro dei quali non concludono la gara. Per via della pioggia c’è da stare molto attenti alla sicurezza, ma il duello tra Pietro Termini e Nino Todaro sembra assicurato. Nelle prove non cronometrate i due si danno battaglia, buon preludio per il giorno successivo. Ovviamente la cautela impone ai piloti di non forzare.
La vittoria di Pietro Termini davanti a Nino Todaro
Il rischio è di finire fuori strada. Vince Pietro Termini davanti a Nino Todaro, ma il tempo e la Imedia sono indicativi delle avversità atmosferiche: 11′ ‘8 in più rispetto al tempo di Bordonaro ed uno scarto di oltre 14 km/h. Ventitrè i classificati nella «fino a 750», dieci nella «fino a 1300», due nella «oltre 1300». Per evitare il maltempo l’A.C. Palermo anticipa di un mese la terza edizione che si svolge il 9 novembre 1958. Le premesse sono negative: pioggia nei giorni precedenti e sino alla vigilia. Gli iscritti sono molti: 92.
Aderiscono piloti da tutta l’Isola, ma le condizioni climatiche sconsigliano ad una ventina di venire a Palermo, sicché punzonano in 72. Il giorno della corsa, quasi per miracolo, il sole riesce a far asciugare il tracciato: al “via” sono 68, al traguardo arrivano in 64. Crollano quasi tutti i record. A cominciare dall’assoluto che viene migliorato di un decimo dal 1′ emergente campione Nino Vaccarella, al volante di una Lancia 2500. La vigilia fornisce come indicazione una lotta a tre per il successo finale: Vaccarella, Giordano e «Asso» (con tale pseudonimo corre il marchese Francesco Arezzo – n.d.r.). Terz’ultimo al via è <<Asso».
Il marchese Arezzo abbassa il primato delle GT
Il marchese Arezzo abbassa il primato delle GT 1300 con 6’24″9. Penultimo parte Nino Vaccarella che sale a perdifiato: i cronometri si bloccano su 6’22”3, nuovo primato della corsa. Per ultimo il via a Gianni Giordano: non riesce a far meglio di Vaccarella , ma toglie la piazza d’onore ad Arezzo. La quarta edizione si corre l’8 novembre 1959. Ma, stavolta, piove anche la domenica.
Per cui si ricalcano i temi della seconda edizione, anche se il tempo del vincitore è di gran lunga superiore a quello di Pietro Termini, ma non in grado di intaccare il primato di Vaccarella. La gara è vinta da Bartolomeo Donato alla guida di una Lancia 2500 con il tempo di 6’58, addirittura un secondo in più rispetto all’anno prima quando con 6’57 si classificò all’ottavo posto. Il fondo sdrucciolevole consiglia logicamente prudenza.
Le parole di Sergio Mantia
“E fortuna – riferisce Sergio Mantia, oggi primario ortopedico e per venti anni appassionato pilota – nel non farsi male. Mi capitò di entrare in una curva a destra con la ruota posteriore sulla fanghiglia, per cui la vettura si infilò sulla cunetta, entrò in mezzo ai fichidindia e, senza abbattere neppure una pala, uscì dall’altro lato. Praticamente tagliando la curva. Fortunatamente non riportai nulla, con alcun danneggiamento alla macchina, tanto che conclusi la corsa in sesta posizione assoluta».
L’ultima edizione della Passo di Rigano – Bellolampo
Il 13 novembre 1960 la quinta edizione, illuminata da un tiepido sole. Sarà l’ultima. Numerose le scuderie che iscrivono i loro piloti: Montepellegrino, la Clessidra, Conca d’Oro, Nissena, Madunnina, Etna, Aretusea, San Rizzo. Novanta sono i partenti, nelle Turismo e Gran Turismo, divisi in dieci classi. E l’edizione-degli outsider; i piloti che guidano vetture di minor cilindrata prevalgono su quelli che sfoggiano 2500 cc. Il successo va a Vincenzo Riolo che si impone alla guida di un’Alfa Romeo Giulietta 1300 con il tempo di 5’20″7 alla media di 93,171.
Sembrerebbe il primato della gara, ma così non è, in quanto i lavori stradali in corso a Passo di Rigano costringono quell’anno gli organizzatori a spostare la linea di partenza 1. 450 metri piu avanti, eliminando l’iniziale tratto pianeggiante e portando il percorso totale a 8.300 metri. Il tempo di Riolo fece andare in bestia il secondo classificato Emanuele Trapani alla guida dello stesso tipo di vettura del vincitore.
Anzi: vettura che aveva comprato ad inizio di stagione dallo stesso Riolo. Quei diciotto secondi di differenza gridavano vendetta. Trapani non riusciva a darsene spiegazione.
«Spiegazione – racconta il vincitore – che gli fu data da Vaccarella nel corso della premiazione, utilizzando suoni gutturali che riproducevano il suono del suo motore e quello mio. Trapani non comprese. Nino gli spiegò che, mentre lui concludeva la corsa scalando dalla quarta alla terza, io invece tagliavo il traguardo passando dalla quarta alla quinta».
Un corsa mai più disputata
La Passo di Rigano – Bellolampo non si è mai più disputata. Era una corsa che richiamava molti piloti, in gran parte palermitani e qualche volta dal resto dell’isola, ma molti giurano che la «cenerentola» non avrebbe mai potuto trovare la scarpetta di vetro, dinanzi alle più qualificate «sorellastre», dal passato senza dubbio più blasonato e verso le quali il richiamo era ed è il più forte.