Targa Florio: ecco la delibera che prelude alla compravendita
Notizie - Pubblicato il 14 Febbraio 2018 - 10:33
Targa Florio: l’AC Palermo tenta di smentire
Il Presidente dell’Autonbile Club Palermo Pizzuto, ieri pomeriggio ha diffuso una nota attraverso la quale avrebbe voluto smentire – senza riuscirvi o comunque senza convincere gli osservatori più attenti – quanto da noi anticipato, relativamente alla possibile vendita del marchio Targa Florio all’ACI.
Il cui servizio è contenuto suo numero di Sicilia Motori da oggi in edicola.
Ovviamente noi abbiamo verificato tutto, controllato, e incrociato diverse fonti di informazione ufficiale. Dall’Aci Italia, che ha risposto ad una nostra precisa richiesta sul l’iter in corso per l’individuazione di un advisor, allo stesso Pizzuto (che invece lamenta di non essere stato interpellato), e del quale invece nel servizio riportiamo sue dichiarazioni, virgolettate, rilasciate all’autore dell’inchiesta l’esperto giornalista Guido Fiorito.
Pizzuto ieri ha invece (tentato) di negare l’esistenza di una delibera, ed ha affermato che la richiesta di selezionare un advisor sia stata proposta dall’AC provinciale e non da quello nazionale. Non è vero nulla. Tenta di confondere i fatti, arrampicandosi con le unghie sugli specchi.
La delibera c’è, noi l’abbiamo scaricata dal sito dell’ACI nazionale.
[pdf]http://www.siciliamotori.it/wp/wp-content/uploads/sites/4/2018/02/ATT00115.pdf[/pdf]
E quando l’abbiamo letta siamo rimasti trasecolati. La delibera è dello scorso mese di settembre, precisa che c’è già la “volontà dell”AC Palermo di vendere” (Pizzuto ieri ha negato questa circostanza, quindi nel caso i “bugiardi” sarebbero quello dell’ACI Italia… anzi peggio avrebbero dichiarato falsità su un provvedimento ufficiale di un ente pubblico), quindi il progetto del passaggio di proprietà è ancora precedente. Ma nessuno dei due enti ne ha mai fatto parola in pubblico, come se fosse un affare fra due soggetti privati e invece si tratta di due enti pubblici che trattano la vendita di un “bene di interesse pubblico”.
Però Pizzuto invece di spiegare non ha trovato di meglio, nella sua scomposta reazione, di dare a noi dei bugiardi, ed a suo dire ci “abbiamo rimediato una figuraccia”.
Noi?
La delibera dell’ACI Italia pubblicato sul sito internet nella sezione “amministrazione trasparente” è chiara, e non lascia dubbi sullo stato delle cose.
Peccato che ancora una volta non si voglia capire. Qualcuno ha definito il nostro servizio un “attacco strumentale con unico fine di vendere qualche copia in piu”. Insomma avremmo fatto della “speculazione” scrive Pizzuto.
Vendere copie è insieme alla vendita di spazi pubblicitari, che acquisiscono valore in base al gradimento ed al l’interesse che suscita la rivista ed i suoi contenuti, l’unica nostre fonte di proventi. Zero contributi pubblici o altro tipo di sostegni. Quindi stiamo sul mercato e con questo lealmente ci confrontiamo. Vendere copie è il nostro lavoro non un mezzuccio per fare la “guerra” a qualcuno.
Non è speculazione. Abbiamo pubblicizzato un servizio. Ma soprattutto abbiamo lanciato un allarme. Ancora una volta siamo “scesi in piazza” per difendere la Targa Florio, le corse, la Sicilia. Da possibili errori o rischi.
Il nostro impegno è un’atto d’amore nei confronti della Targa Florio e del Motorsport. Oggi è San Valentino, la festa degli innamorati, e noi arriviamo in edicola con un numero i cui contenuti – anche quelli che hanno dato fastidio a Pizzuto (e solo a lui) – sono un’atto d’amore. Per la Targa, per la Sicilia, per le corse (quelle vere, non le passerelle), per i nostri giovani. E di questo ne siamo orgogliosi. Altro che “figuraccia”.
Figurone semmai. Abbiano le notizie, le verifichiamo, le valutiamo, e le diffondiamo. Senza timori reverenziali nei confronti di nessuno. Le spiegazioni le dobbiamo solo ai lettori.
Lo abbiamo scritto e lo ripetiamo: l’AC Palermo ha facoltà di vendere i propri beni (anche se forse essendo un atto di straordinaria amministrazione dovrebbe convocare un’assemblea con tutti i soci e non deciderlo il Presidente da solo). Forse dopo aver venduto e sanato i propri debiti andrebbe sciolto, se non riesce ad arrivare al pareggio.
E se AC Palermo deve vendere, è naturale acquisti ACI Italia. Soprattutto s’è vero che vanta un ingente credito (e questo ieri avrebbe dovuto smentire Pizzuto, se ciò fosse possibile). Ma soprattutto perch’essendo Aci anche Federazione dello sport auto, ha le possibilità di assicurarne continuità, e miglioramento.
Ma in tal caso ACI Italia dovrebbe prima illustrare – a noi siciliani – il progetto per la Targa del futuro.
Assicurare che resterà sempre in Sicilia a prescindere dall’attuale stato delle strade. Che sarà sempre una competizione, un rally, e anzi possa aspirare, se non a sostituire ad alternarsi con la Sardegna, per rappresentare l’Italia nel Mondiaie. E non essere invece declassata a raduno con prove di regolarità, il chè mortificherebbe la storia e la valenza della Targa Florio. Ed è soprattutto quest’ultima parte che noi teniamo.
Per questo abbiamo invocato l’intervento del Presidente della Regione Siciliana (altro che attacco, abbiano chiesto aiuto) purtroppo ancora silente ma è noto impegnato in mille e più importanti emergenze, affinché intervenga a tutela e salvaguardia di un bene che è già inserito fra quelli “immateriali” della stessa Regione Sicilia.
L’è chiaro adesso Presidente dell’AC Palermo? Ma soprattutto è chiaro agli appassionati, agli sportivi, ai siciliani, qual’è la vera importanza della questione?
Cosa facciamo? Lasciamo correre o ci diamo una mossa?
Dario Pennica
Direttore Responsabile
Sicilia Motori