Palermo – Monreale

Tratto da Sicilia Motori – Anno V – n. 1 (126) Gennaio 1992

FU QUESTA LA PRIMA GARA SICILIANA

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Quando si parla di storia dell’automobilismo in Sici­lia si parte sempre dalla Targa Florio, in quanto la si ritiene la corsa più antica. Ma non è così. La prima «creatura» di Vincenzo Flo­rio non fu la Targa bensì la «1a Coppa Panormitan», che si disputò sul percorso Palermo – Monreale. Fu una vera prova di velocità in salita. Era la primavera del 1904. Per questa prima esperienza Don Vincenzo – aveva appena vent’anni – creò la «Commissione Challenge», composta dai signori: principe Deliella, principe Furnari, cav. Val­carenghi, cav. Ducrot, cav. D’Angelo. Si stilò anche un regolamento: «1) Sono am­messe tutte le vetture­-automobili di qualunque ti­po, esclusi gli omnibus, camion e simili; 2) Sulla vet­tura si possono portare tan­te persone quanti sono i po­sti installati nella carrozze­ria; 3) L’iscrizione è fissata in lire 100; 4) Le iscrizioni sono ammesse anche per telegramma e vanno indi­rizzate alla “Commissione Challenge” di via Mariano Stabile presso lo Sport Club». I partecipanti alla Palermo – Monreale furono veramente tanti conside­rando i tempi. C’era tanto entusiasmo per quella cor­sa. Sin da mezzogiorno lun­go il corso Calatafimi il pubblico affollò i marcia­piedi e i balconi delle vil­lette. Alla Rocca molta gen­te nell’attesa del passaggio delle vetture consumava uno spuntino. Ai lati della strada che portava a Mon­reale figure di contadini era­no una nota pittoresca in un paesaggio di per sé incante­vole. Il Monte Fiascone si presentava variopinto ed emanava un dolce profumo. A Monreale l’attesa dell’ar­rivo degli sportsmen era fre­mente. Numerosi i turisti, che per l’occasione furono alloggiati – ospiti dei Florio – nel bellissimo albergo di Villa Igiea, Alle 12,30 i posti nelle tribunette di legno si­stemate nel corso Calatafimi – lire 20 a testa – erano esauriti. Alle 14,15 il princi­pe Deliella diede il segnale di partenza alla prima vettura, una Fiat 24 HP, con alla guida il conte Majorca. Un fragoroso applauso accom­pagnò il gentiluomo, vestito di bianco da capo a piedi, l’inconveniente della polve­re – nemica principale dei piloti – era stato in parte eli­minato grazie all’invenzione del Fix, un preparato liquido che si applicava per innaffia­mento dopo averlo emulsio­nato nell’acqua semplice. L’azione del Fix era eccel­lente e fu apprezzata soprat­tutto dalle signore, elegante­mente vestite. Subito dopo, alle 14,20, fu la volta del mar­chese Scaletta su Florentia 9 HP. Seguirono, nell’ordine: Losa su Renault 14 HP; Ra­vetto su Mercedes 60 HP; Bi­netti su Audax 6 HP; Vincen­zo Florio su Mercedes 120 HP; Pisani su Florentia 9 HP; Cortese su Mercedes 90 HP; Ribolla su Berlier 22 HP; Ri­gal su Itala 90 HP; Nebiolo su Isotta Fraschini 16 HP; Pao­lo Tasca su Itala 24 HP; Me­lia su De Dion Bouton 8 HP; Cammarata su Itala 24 HP. Alla Rocca il più applaudito fu Vincenzo Florio che, no­nostante la pesante Merce­des dal lungo chassis, riusci­va a tenere testa alle più leg­gere vetturette.

Conte Tasca durante una gara

Conte Tasca durante una gara

A Monreale la postazione ideale era quella del belvedere dell’Albergo Savoia. Da li gli spettatori vedevano appari­re all’orizzonte un piccolo punto nero, che rapidamen­te si faceva sempre più grosso, più distinto, e dopo qualche minuto passava di­nanzi, a loro, sibilando come una saetta, ad una velocità, per i tempi vertiginosa. Un’emozione ancora più for­te provavano gli spettatori lungo le curve, fortemente inghiaiate, dove le vetture spesso sbandavano dando la sensazione di andare fuori strada. Ma delle quattordici vetture partite soltanto due andarono fuori strada, quel­le di Pidani e di Ribolla, for­tunatamente senza conse­guenze per i piloti e gli altri occupanti. Risulta inoltre che si ritirarono il barone Cammarata per noie mec­caniche, Melia per perdita di benzina e Nebiolo per rottura dello chassis. Dun­que furono in nove a conclu­dere la gara. Ma ecco la classifica dei primi cinque arrivati, ovvero di coloro che furono premiati: l) Ma­jorca, su Florentia, al quale andarono lire 1200 e la «Coppa Panormitan»: 2) Scaletta, su Florentia, che intascò la somma di lire 700 e ricevette la medaglia d’argento; 3) Florio, su Mercedes, lire 500 (devo­luti in beneficienza) e me­daglia d’argento piccola; 4) Binetti, su Audax, lire 300 e medaglia di bronzo coniata da Ugo; 5) Baldoni, su Fiat, lire 100 e medaglia di bronzo coniata da Ugo. La prima corsa siciliana si concluse cosi tra l’entusia­smo della folla, nel pome­riggio inoltrato, quando il trombettiere dei Carabi­nieri Reali, con elmetto sul capo, suonò sulla piazza D’Acquisto la «ritirata» per tutti. Fu un successo desti­nato però a passare nel di­menticatoio: il mito della Targa Florio avrebbe offu­scato la prima creatura dello stesso Vincenzo Florio.

Vincenzo Prestigiacomo

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